In queste ore è emerso il caso della preoccupante espansione del marchio “Labellamafia”. Si tratta di una catena di abbigliamento brasiliana che produce tute da fitness e costumi da bagno soprattutto per donne. Il problema, sollevato da Antonio Ferrante, presidente della direzione regionale del PD in Sicilia, è che il marchio si sta espandendo anche in Italia, dove il significato della parola “mafia” ha connotati ben precisi. Inoltre solo immaginare che qualcuno possa andare in giro con abbigliamento che riporta la parola “bella” al suo fianco, risulta disdicevole.
Tuttavia, se si va in giro nel web in cerca di abbigliamento di fitness, si trovano scritte in italiano come ad esempio: “Il marchio piu’ conosciuto e famoso del fitness e’ Labellamafia. Da sempre scelta dalle atlete per vestire alla moda con eleganza e qualità“. Oltre alla pagina ufficiale, esistono tantissime altre pagine sui social che promuovono questo marchio di fitness. La questione ci riguarda ancora più da vicino rispetto al caso della pizzeria tedesca di pochi giorni fa. I prodotti dell’azienda brasiliana infatti, oltre ad essere acquistabili online, vengono distribuiti anche da un’azienda italiana.
L’onorevole Ferrante ha proposto di istituire un monitoraggio continuo al fine di evitare che prosegua la commercializzazione di prodotti che portano sigle che per ogni siciliano abbiano significati storici legati a sofferenze. La nostra redazione questa mattina ha ascoltato colui che ha sollevato la questione, che ha dichiarato: “Utilizzare la parola <<mafia>> quasi come un brand normale, come se non avesse dietro una storia di dolore, di morte e di umiliazione, non solo per la Sicilia ma per tutto il Paese è un fatto che non può continuare. Questo brand ha un profilo instagram con 800.000 follower – Aggiungiamo anche più di un milione su facebook – e in Italia viene distribuito da un’azienda della provincia di Parma.“
Io non credo – Ha proseguito l’onorevole – che in Germania ci sia un locale con il nome Terzo Reich o un brand che si chiama Viva Hitler. Queste cose non esistono. Allora credo che sia il tempo di cominciare a fare un’analisi precisa di tutti quelli che utilizzano i brand di questo tipo per commercializzare e fare lucro. Ecco proprio perché ho proposto un osservatorio” – Ha concluso Antonio Ferrante.