Fabrizio Miccoli inguaiato dalle motivazioni della sentenza di Lauricella

Le motivazioni della sentenza della Cassazione per Lauricella spiegano perché Miccoli è stato condannato a più di tre anni di carcere

MICCOLI

Oggi sono state depositate le motivazioni della sentenza con la quale la Cassazione ha condannato a 7 anni di reclusione Mauro Lauricella. Amico di Fabrizio Miccoli. Il verdetto per il figlio dello “scintilluni” della Kalsa, di fatto è stata il prologo di quell’altro che ha portato l’ex capitano del Palermo in carcere. Nelle motivazioni della decisione del collegio presieduto da Geppino Rago, appena depositate, è spiegato che l’intervento compiuto da Mauro Lauricella ai danni di Andrea Graffagnini, ex titolare della discoteca “Paparazzi” di Isola delle Femmine, si può configurare come una estorsione aggravata dal metodo mafioso, allo scopo di recuperare 12mila euro. I cardini della sentenza sono le intercettazioni, il racconto di un testimone e il “pagamento” per il lavoro sporco.

LE AMMISSIONI DI LAURICELLA

Lo stesso Lauricella in una intercettazione ha ammesso di aver “usato anche violenza fisica” per recuperare, su mandato di Fabrizio Miccoli i 12 mila euro in questione. Per questa questione venne organizzata una riunione con personaggi “di alta caratura criminale e mafiosa”. È stato lo stesso imputato ad ammetterlo in un’intercettazione, oltre ad un testimone oculare. Il Lauricella ha anche ammesso di aver “usato violenza fisica” per recuperare, su mandato dell’ex capitano del Palermo la somma dovuta da Graffagnini. Appropriandosi anche di una parte della somma.

“VIOLENZA PRIVATA ED ESERCIZIO ARBITRARIO DELLE PROPRIE RAGIONI”

I giudici hanno scritto: “Da una conversazione intercettata risultava, per bocca dello stesso imputato, che in uno degli incontri preliminari alla riunione decisiva avvenuta nel retrobottega di un ristorante del quartiere Kalsa di Palermo, egli aveva usato anche violenza fisica nei confronti del Graffagnini. Finalizzata all’ottenimento del pagamento per la questione di interesse”. E concludono: “È circostanza di fatto, ritenuta provata, che il ricorrente aveva trattenuto per sé una somma di denaro. Ricavandone così un profitto personale contro le ragioni del creditore e non su mandato di questi. Questo esclude la possibilità di qualificare diversamente il fatto in termini di violenza privata o di esercizio arbitrario delle proprie ragioni”.

LAURICELLA INCARICATO DA FABRIZIO MICCOLI

I giudici quindi hanno definitivamnete sancito che Fabrizio Miccoli nel 2010 aveva incaricato Lauricella di recuperare una somma che Graffagnini doveva a Giorgio Gasparini. Ex fisioterapista del Palermo e suo socio nella gestione della discoteca “Paparazzi” di Isola delle Femmine. La sentenza ha confermato come il Lauricella “avesse appositamente costruito, nella specifica situazione ambientale di riferimento, un ‘contesto mafioso’. Facendo leva su di esso per ottenere dalla vittima e dagli altri debitori il risultato sperato. Utilizzando così, neanche troppo implicitamente, il metodo mafioso sanzionato dall’aggravante”.