«Falcone? Un eroe gentile e riservato»: memorie dalla sala del Charleston
Alessandro Recupero, direttore del food and beverage del “Rome Marriott Grand Hotel Flora” con trascorsi al Charleston di Mondello, ricorda il giudice Giovanni Falcone nel giorno della memoria
È attraverso il cinema, le fiction televisive e i libri che la stragrande maggioranza delle persone ha potuto conoscere gli aspetti più privati della vita di Giovanni Falcone. Bravi attori (Corrado Oddi ed Ennio Fantastichini su tutti) ne hanno interpretato in maniera credibile financo le peculiarità caratteriali, attingendo magari, per riuscirci, alla fonte di chi il magistrato palermitano – morto il 23 maggio 1992 assieme alla moglie e alla scorta nella strage di Capaci – lo ha conosciuto personalmente. L’idea che ci si è fatta è quella di un uomo forte e gentile, dal volto sereno nonostante tutto ma anche tanto, tanto riservato. Eppure, nessuna narrazione affidata alla cellulosa, tantomeno alla carta stampata potrà mai trasmettere le emozioni di un racconto ascoltato dalla viva voce di chi Falcone lo ha guardato dritto negli occhi, magari per prendere le ordinazioni al tavolo di un ristorante.
I PRIMI PASSI AL CHARLESTON
È ciò che, al Charleston di Mondello, a cavallo tra gli anni 80′ e 90′ avvenne ad Alessandro Recupero, attualmente direttore del food and beverage del “Rome Marriott Grand Hotel Flora” di via Veneto nella Capitale. Lui, nativo del capoluogo siciliano e allievo dello storico maitre del Charleston Carlo Hassan, a Palermo Live ricorda. “Devo ad Hassan, gran maestro della ristorazione, l’impulso decisivo per la mia carriera, che ha toccato l’apice, nel 2016 quando ho ricevuto il premio nazionale come personaggio dell’anno consegnatomi proprio da lui”.
Ma la scalata, come accennato, iniziò proprio nella fastosa sala stile liberty del rinomato ristorante di Mondello, “laddove ho avuto modo, negli anni, di conoscere politici, gente dell’alta società palermitana oltre che personaggi, diciamo, poco raccomandabili.“ Tra questi, su tutti, nel giorno della memoria, il ricordo non può che volare a Giovanni Falcone, che “con Borsellino – ricorda Recupero – spesso e volentieri veniva a pranzare al Charleston. Arrivavano tardi, verso le 15 e 30 e sempre insieme, alla chiusura per potere disporre dell’intera sala”.
UN ANIMO GENTILE
“Di lui ricordo una grande predisposizione nell’essere cortese con tutti, ma al contempo serbo la memoria di un uomo molto riservato. Non amava essere circondato. Al ristorante, ho l’impressione che venisse assieme al collega Borsellino per parlare non tanto di cibo quanto di lavoro. Quando veniva salutava con molta allegria e gentilezza – racconta Recupero a Palermo Live –, ed era sempre molto propenso nell’esprimere ringraziamenti. Però poi, si chiudeva in un suo cerchio, facendo intendere di non volere essere disturbato, tanto che a servirlo ci pensava il capo maitre Carlo Hassan. Noi, a turno portavamo semplicemente i piatti, lui si avvicinava, si serviva e usciva dalla sala. Il tutto in un clima di grande gentilezza”.
QUEL GIORNO MALEDETTO
Uomini di grande spessore, giganti della legalità del calibro di Falcone e Borsellino: averli conosciuti di persona è un onore difficilmente esprimibile a parole.”Il ricordo di entrambi appartiene al biennio 89’/90′. Quando successe il fatto mi trovavo in marina da sottoufficiale. Il brivido che provai non appena appresi la tremenda notizia è indescrivibile. Quel giorno ero di servizio, e fu tanto lo choc provato che chiesi di interromperlo. Non volevo crederci – sospira -, tanto da sperare che si trattasse di quella che oggi si definisce come una fake news. Parliamo di eroi siciliani sul vero senso della parola, e da palermitano mi sono sempre vantato di avere due concittadini come loro, onore accresciuto dal fatto di averli conosciuti“.
LA MEMORIA VIRTUALE
Sono tempi particolari quelli odierni, sconvolti da un’inattesa emergenza sanitaria e dunque tali da far vivere, spesso e volentieri, in maniera ormai virtuale tante iniziative e manifestazioni. Comanda ancora il virus, dunque, precauzionalmente niente navi della legalità, niente visite all’albero Falcone di via Notarbartolo da parte di scolaresche provenienti da tutta Italia. Ma il ricordo, espresso magari sotto diverse forme quello no, non si può proprio arrestare. “È vero, oggi la tecnologia ci aiuta a partecipare e a fare sentire la nostra vicinanza sempre e dovunque ma, non nascondiamolo, la presenza fisica è sempre preferibile. L’auspicio è che le strade di Palermo, per il giorno della memoria del giudice Falcone e di tutte le vittime di mafia, possano tornare a brulicare di persone. Personalmente – conclude Alessandro Recupero – con il cuore e con i moderni mezzi sono sempre in contatto con amici e familiari della mia città, ma potere godere della loro viva presenza è chiaro che è qualcosa di impagabile”.
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