False vaccinazioni, Ordine Infermieri di Palermo: “Avvieremo iter per sospensione”
Sulla vicenda è intervenuto Nino Amato, presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo, che annuncia la linea dura nei confronti dell’infermiera coinvolta nell’inchiesta
Nuovo caso di false vaccinazioni all’hub della Fiera del Mediterraneo, a Palermo. Nelle scorse ore è infatti finita agli arresti domiciliari un’altra infermiera, ritenuta responsabile di falso ideologico e peculato.
La donna lavora anche presso il Reparto malattie infettive dell’A.R.N.A.S. Civico di Palermo. Secondo l’accusa, avrebbe beneficiato in prima persona della falsa somministrazione di una dose booster contro il Covid-19. Avrebbe poi somministrato a sua volta false inoculazioni vaccinali a due coniugi. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’infermiera avrebbe ricevuto la somministrazione del booster dalla collega sottoposta a fermo di indiziato di delitto il 21 dicembre scorso.
L’Ordine degli Infermieri di Palermo è intervenuto sul caso, annunciando una linea dura. Come nel precedente caso, infatti, si procederà alla sospensione dell’infermiera. La misura segue anche quella adottata per gli infermieri coinvolti nelle indagini sui soprusi ai danni dei pazienti della Onlus degli orrori a Castelbuono.
False vaccinazioni in Fiera, la nota dell’Ordine
Ad annunciarlo in una nota è Nino Amato, presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo. “L’arresto di un’altra infermiera coinvolta nell’inchiesta sulle finte vaccinazioni all’hub della Fiera di Palermo è un ennesimo fatto gravissimo e sconcertante, che noi stigmatizziamo e condanniamo e verso il quale saremo inflessibili”.
“Abbiamo già sospeso – continua Amato -la prima infermiera arrestata e gli altri due sotto inchiesta per i maltrattamenti nella casa di cura di Castelbuono e anche per quest’ultima sarà avviato l’iter propedeutico alla sospensione“.
Amato annuncia, infine, che l’Ordine degli Infermieri si costituirà parte civile in questi procedimenti. “Abbiamo agito e agiremo – dichiara – sempre col massimo rigore e con ogni strumento possibile contro chi si macchia di reati simili e verso chiunque leda l’immagine di professionisti seri e competenti”.