Famiglia palermitana a Sharm el-Sheikh, via libera al rientro

Rosalia Manosperti e Antonio Mirabile dovrebbero rientrare a Palermo venerdì 8 luglio. La salma del piccolo Andrea, invece, dovrebbe arrivare in città sabato 9

 – Il rientro dall’Egitto dei coniugi Rosalia Manosperti e Antonio Mirabile sembra avvicinarsi.
L’Ambasciata italiana al Cairo e il Consolato Onorario, infatti, hanno ottenuto le autorizzazioni per il rimpatrio.
Che, secondo le prime informazioni raccolte da Palermo Live, dovrebbe avvenire nella giornata di venerdì 8 luglio alle 13:30,
 con un volo speciale.
Sabato 9, invece, dovrebbe essere la volta della salma del piccolo Andrea, morto a Sharm el-Sheikh, la località turistica del Paese nord- africano dove tutta la famiglia era in vacanza.
Le autorità egiziane hanno dato l’ok, come riferisce la Farnesina, a lavoro sul drammatico caso da quando la signora Rosalia – che è incinta – e i familiari da Palermo, hanno lanciato l’appello alle istituzioni locali e nazionali affinché  intervenissero per velocizzare l’iter di rientro.

L’ INTERVENTO DEL PRIMO CITTADINO 

Un appello immediatamente accolto dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla, che ha contattato Roberto Manosperti, lo zio del piccolo Andrea comprensibilmente affranto e in ansia per le sorti dei familiari ancora in Egitto.
Il primo cittadino, inoltre, ha interloquito con il Ministero degli Affari Esteri per sincerarsi sull’impegno concreto delle autorità nel rientro dei genitori e della salma del piccolo in Italia.
Roberto Lagalla ha inoltre assicurato che continuerà ad aggiornarsi, tramite la Farnesina, in merito alle operazioni di rimpatrio.
Attualmente, a destare preoccupazione sono soprattutto le condizioni di salute di Antonio Mirabile, definite gravi ma stabili.

UNA FAMIGLIA IN CERCA DI RISPOSTE

Il Ministero della Salute egiziano esclude l’ipotesi dell’avvelenamento.
Una certezza che, secondo le autorità del Paese nordafricano, emergerebbe dagli esiti di due esami tossicologici.
Roberto Manosperti, tuttavia, vuole vederci chiaro, come il resto della sua famiglia.
Ci adopereremo – ha dichiarato a “La Vita in Diretta” –  per fare ad Andrea un’altra autopsia“.
“Dobbiamo capire – precisa – come mai un bambino di sei anni possa essere morto in trentasei ore”.
“Allo stesso modo – aggiunge – vogliamo sapere cosa è successo a mia sorella e mio cognato, entrato in ospedale moribondo: una risposta la dobbiamo pur avere”.