Farmacisti senza mascherine: «In prima linea senza adeguate protezioni!»
L’intera categoria lancia un grido d’allarme: i farmacisti non hanno le mascherine per fronteggiare il possibile contagio da Coronavirus. Ecco le parole di Roberto Tobia, presidente della Federfarma Palermo
La “Fase 2” è iniziata e la parola d’ordine è “sicurezza“. Attenzione, da parte di tutti i soggetti, alle norme igienico-sanitarie che dovrebbero scongiurare nuovi contagi da Coronavirus. Il governo ha tracciato la via: passeggiate solo con congiunti, nessuna possibilità di intrattenersi con gli amici, mantenere sempre la distanza di sicurezza, lavarsi le mani spesso ed indossare le mascherine di protezione il più possibile. Ecco, quest’ultimo passaggio potrebbe non essere semplice per tutti. Non per malcostume sia chiaro, ma per carenza oggettiva di mascherine. A lanciare l’allarme è stato Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo.
LE DICHIARAZIONI DI ROBERTO TOBIA
I farmacisti non hanno protezioni mentre svolgono il proprio, delicato, lavoro. Questo è il grido d’allarme di un’intera categoria sprovvista di adeguati mezzi di sicurezza durante l’azione della loro professione. Il problema è grave, soprattutto perché i farmacisti sono in prima linea, quindi a rischio senza le mascherine. La polemica arriva da Roberto Tobia, presidente della Federfarma Palermo:
“Ad oggi in molte farmacie le mascherine non sono arrivate. La distribuzione intermedia avrebbe dovuto distribuire quelle della Protezione civile ma, a causa dei ritardi degli enti certificatori, non può ancora immetterle nel circuito. Le mascherine continuano a essere vendute nelle poche farmacie che ne sono fornite, ad un prezzo pubblico di 50 centesimi più Iva, quindi a 61 centesimi, non essendo stata ancora abolita, come promesso dal governo, l’aliquota del 22%. Siamo, sì, stanchi, ma di essere mandati allo sbaraglio senza alcun supporto concreto sin dall’inizio della pandemia . Non ci siamo mai sottratti al dovere di restare aperti, anche senza mascherine né altre protezioni, al servizio dei cittadini, dai quali raccogliamo continue attestazioni di stima per il nostro operato. Il servizio – dice a Blog Sicilia – di dispensazione dei farmaci è stato sempre garantito, soprattutto nelle zone rosse, anche a Villafrati, in provincia di Palermo. Risultato? Ben sedici nostri colleghi sono morti a causa del contagio. Un prezzo altissimo pagato dalla nostra categoria. Eppure qualcuno cerca di far passare nell’opinione pubblica l’idea che siamo speculatori”.
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