VIDEO| Fatture false per evadere il fisco: cinque arresti a Palermo

Sono accusati di associazione a delinquere, emissione e utilizzo di fatture false, omesso versamento di ritenute, indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti e bancarotta fraudolenta.

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Su delega della locale Procura della Repubblica, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di cinque persone. Carcere per Gambino Francesco 55 anni mentre ai domiciliari sono finiti Sanzo Francesco Paolo, (cl. 74), Leticia Eugenio (cl. 69), Teresi Giuseppe (cl.71) e Anello Gianpiero (cl.70). Sono accusati di associazione a delinquere, emissione e utilizzo di fatture false, omesso versamento di ritenute, indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti e bancarotta fraudolenta.

Sequestrati inoltre € 4.428.929, cifra corrispondente all’ammontare dell’evasione di imposta accertata. Le indagini attraverso verifiche fiscali, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di disvelare un complesso meccanismo fraudolento articolato sulla creazione di una serie di società di comodo asservite a un gruppo imprenditoriale palermitano operante nel settore del trasporto merci.

Tali società, tutte riconducibili alla regia di Gambino Francesco, dal 2013 al 2018 hanno hanno prodotto un giro di fatture false per oltre 16 milioni di euro a vantaggio delle uniche due imprese realmente operative. Da un lato Gambino Group s.r.l. con sede a Palermo e dall’altro la MG Logistica s.r.l. con sede a Ficarazzi (Pa) – beneficiarie della frode.

CONTABILIZZAZIONE COSTI FITTIZI

La finalità del meccanismo fraudolento era quella di abbattere illecitamente il reddito imponibile attraverso la contabilizzazione di costi fittizi, concentrando inoltre sulle società cartiere tutti gli obblighi contributivi, previdenziali e assistenziali gravanti sul datore di lavoro.

La gestione dei lavoratori era, infatti, caratterizzata da frenetici passaggi da una società all’altra, mascherati da dimissioni volontarie ma sostanzialmente imposti dagli indagati.

Lo schema illecito determinava il mancato assolvimento dei rilevanti obblighi fiscali in materia di I.V.A. e I.Re.S., ma anche l’omesso versamento dei contributi assistenziali e previdenziali spettanti ai lavoratori.

Inoltre, il sistematico inadempimento dei debiti impositivi cagionava il dissesto finanziario della Gambino Group s.r.l., una delle principali società coinvolte nel sistema di frode. Il Tribunale di Palermo ha dichiarato fallita la società lo scorso 29 aprile poiché aveva accumulato un’esposizione verso l’Erario per oltre 22 milioni di euro.

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