Femminicidio Marisa Leo, eseguita l’autopsia: ancora da chiarire alcuni aspetti sull’omicidio-suicidio a Marsala
É stata eseguita oggi, lunedì 11 settembre, al Policlinico di Palermo l’autopsia sul corpo di Marisa Leo, la donna uccisa a Marsala a colpi di fucile mercoledì scorso dall’ex fidanzato Angelo Reina che dopo aver commesso l’omicidio si è tolto la vita con la stessa arma, una carabina. L’esame autoptico potrebbe chiarire alcuni aspetti ancora poco chiari dell’omicidio suicidio.
Sembrava che, nonostante la separazione, Marisa e Angelo avessero trovato un equilibrio per il bene della figlia. L’uomo aveva portato con sé la piccola mercoledì mattina a Palermo, poi il tragico epilogo con l’assassinio della ex compagna.
Ci sono ancora molti punti oscuri, tante circostanze da chiarire. Occorrerebbe capire, per esempio, cosa abbia potuto spingere la ragazza ad andare da sola in contrada Ferla, nel vivaio, per incontrare il suo ex . Lui l’aveva chiamata per dirle: “Vieni a prendere la bambina in azienda da me”, Marisa ha lasciato l’azienda intorno alle 17, dicendo che andava a Marsala, e null’altro. Ecco perché servono i cellulari di entrambi, per sapere cosa si sono detti in quell’ultima telefonata.
Indagini anche sulle armi
I carabinieri hanno accertato che le armi e le munizioni rinvenute dagli investigatori della Squadra Mobile di Trapani, quelle che erano nella disponibilità di Angelo Reina non erano state denunciate. Non ha comprato legalmente la carabina calibro 22 con la quale ha ammazzato Marisa colpendola sotto l’addome, e la semiautomatica 7,65. Oltre alle munizioni rinvenute nell’auto presa a noleggio, una Porsche Cayenne. Si tratta di una persona con a carico due denunce per stalking, un rinvio a giudizio e che aveva subito un processo non lo avrebbe potuto fare.
Reina era ritenuto un uomo pericoloso, sempre pronto al litigio. Apparentemente poteva mostrarsi sereno, simpatico, dai modi garbati, ma solo con gli estranei. Di sicuro non con con la sua ex compagna, con la quale litigava molto spesso e alla quale, probabilmente, non perdonava l’averlo allontanato per l’ennesima volta. Per quanto riguarda le armi, gli investigatori lavorano per risalire a chi ha fornito all’assassino armi e munizioni.
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