“Il pensiero c’è, ma non ci sarà ostinazione”. Si parla del dopo Orlando e la voce solista è quella di Fabrizio Ferrandelli, avversario del sindaco eterno nelle ultime due sfide per Palazzo delle Aquile. L’uomo che è stato il più vicino ad esserne delfino, diventato nel tempo il nemico più irriducibile, perché per quanto se ne possa dire la politica è il campo in cui più evidente è la riproposizione di tematiche freudiane. E la dinamica figlio – padre, la necessità che il figlio provi a togliere di mezzo il padre, ha trovato dimora con tutti gli annessi e connessi proprio all’ombra di piazza Pretoria.
Fra poco meno di 2 anni, quando la norma e la storia recente manderanno in archivio la pluridecennale stagione orlandiana, quali saranno le coordinate per ricominciare daccapo? “Parlare di nomi ancora non si può – sottolinea Ferrandelli – ma almeno per quanto mi riguarda ci sono già alcune certezze. Io ci sarò, ci sarà la mia lista civica che è di fatto quasi pronta, metterò a disposizione la mia esperienza, la mia conoscenza della città e della macchina amministrativa. E non ne faccio una questione di ruoli, anche se francamente non vedo Mandrake in giro…”.
“Ho detto che non sarò ostinato, ma bisognerà vedere da qui ai prossimi due anni come maturerà lo scenario politico. Intanto sono convinto che il progetto che stiamo portando avanti, anche a livello nazionale, produrrà effetti positivi pure a Palermo. Pronto a scommettere che in Consiglio Comunale porteremo una buona rappresentanza”.
“Il nostro campo è sempre quello dei liberaldemocratici, ma capisco l’allusione. Le scelte del 2017 hanno creato disorientamento…”.
“Si cercava un campo largo, in maniera dichiarata e senza sotterfugi lasciando lontano sovranisti e populisti. Tanto che Lega e Fratelli d’Italia sono andati con Lavardera. Io ho fatto una scelta alla luce del sole, qualcun altro no”.
“La sua è una macchina del consenso rodata dal 1986, un consenso certamente superiore a quello numerico del centrosinistra. Il campo largo è nella logica di Orlando. E’ vero che sono stato battuto due volte, ma ho perso contro il re dei pesi massimi, contro Tyson”.
“Esatto”.
“Posso dire che mi ha penalizzato di più l’avviso di garanzia che mi è stato recapitato a pochi mesi dal voto per un’inchiesta che si è risolta con il mio proscioglimento. E che ancora adesso mi fa molto pensare. La dico per come la penso, mi hanno preparato un abito su misura”.
Ci sarà una Lega più pesante, irrobustita anche dai Figuccia e dalla crescente presenza di Fratelli d’Italia; e poi Forza Italia con le varie sigle dei centristi; e ancora Il Movimento Cinque Stelle e un paio di candidati figli della Giunta di Orlando, tra Pd e Sinistra Comune; e infine Italia Viva, oggi gruppo più robusto in Comune e la truppa di Calenda. Insomma si prospetta una gran confusione, di nomi e di candidati.
“Sicuri che tra due anni saranno ancora in vita tutte queste formazioni? Non ci giurerei. E in ogni caso si creeranno aggregazioni per affinità. Già oggi, a Roma, Calenda sta con +Europa di cui sono dirigente nazionale, non vedo perché a Palermo dovrebbe essere diversamente. Per i nomi è troppo presto, arriverà il momento giusto in cui ci si siederà attorno ad un tavolo e si farà sintesi e chiarezza”.
“E secondo me neanche Giambrone che tutti indicano quale suo successore. Orlando farà finta di appoggiare qualche candidato del Pd. Copione già visto”.