Festa della patrona e estorsioni: le attività del clan di Borgo Vecchio

Il clan gestiva l’organizzazione la festa della patrona del quartiere, lo spaccio di droga e i furti

banda

Dalle indagini sull’operazione “Resilienza 2” che ha portato all’arresto di 12 persone con 14 indagati in totale a Palermo, si è documentato come la famiglia mafiosa di Borgo Vecchio ha il pieno controllo del comitato organizzatore della festa svolta in onore della patrona del quartiere “Madre Sant’Anna”. La manifestazione religiosa si tiene ogni anno nel mese di luglio, il cui culto risale al lontano 1555. A portare avanti la tradizione religiosa sono le famiglie del quartiere; infatti, i portatori della statua della Santa sono tutti nativi di Borgo Vecchio. Molti, inoltre, in segno di rispetto a Sant’Anna, hanno chiamato i propri figli Anna e Gioacchino; molti altri invece si sono sposati il 26 luglio, giorno in cui si celebra l’onomastico della Santa protettrice.

Sino a luglio 2015, il “comitato” era guidato dalla famiglia Tantillo, in particolare dai fratelli Domenico e Giuseppe Tantillo. Nel dicembre 2015, quest’ultimi, però, venivano arrestati nell’ambito dell’operazione “Panta Rei”, poiché ritenuti i reggenti della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.

In occasione della festa della patrona “Madre Sant’Anna” svolta dal 25 al 27 luglio del 2019, le serate canore, animate da alcuni cantanti neomelodici, venivano organizzate da un comitato che, di fatto, era controllato da Cosa Nostra. La famiglia mafiosa di Borgo Vecchio decideva quali cantanti neomelodici dovessero partecipare alla manifestazione; provvedevano al loro ingaggio mediante il denaro ricavato dalle estorsioni, dalle “riffe” e dalle sponsorizzazioni dei gestori/titolari delle attività commerciali ubicate sul territorio; autorizzavano i commercianti ambulanti a vendere i loro prodotti durante la festa, disciplinando anche la loro collocazione lungo le strade del rione.

L’ORGANIZZAZIONE E L’INGAGGIO DEI CANTANTI NEOMELODICI

Il ruolo di primo piano di organizzatore e realizzatore dei progetti del clan mafioso del mandamento di Porta Nuova lo aveva Salvatore Buongiorno, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Svolgeva il ruolo di agente dei cantanti neomelodici da far esibire nei giorni della festa dedicata alla patrona del quartiere; su disposizione di Angelo Monti e Jari Massimiliano Ingarao ingaggiava i cantanti scelti dai predetti per le manifestazioni canore, attenendosi alle indicazioni dei mafiosi sui nominativi, sui rispettivi compensi e sul luogo ove allocare il palco delle manifestazioni.

Buongiorno, inoltre, chiedeva di sponsorizzare le manifestazioni canore ai gestori delle attività commerciali del quartiere Borgo Vecchio e del Corso Camillo Finocchiaro Aprile; in cambio i gestori dei locali ricevevano del denaro. Rispettando le direttive degli esponenti apicali mafiosi, Buongiorno ha ricevuto il vantaggio di lavorare nel settore in regime di monopolio all’interno della zona di riferimento del mandamento mafioso di Palermo Porta Nuova.

L’ESIBIZIONE PER LA PATRONA DEL QUARTIERE ANNNULLATA

Tra i cantanti neomelodici, uno di Catania aveva solidi rapporti con Jari Ingarao tanto da fargli visita presso la sua abitazione mentre questi era sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Il cantante avrebbe dovuto esibirsi nel corso di una delle suddette serate, ma l’evento non si realizzava a causa di polemiche susseguenti alla messa in onda il 5 giugno del 2019 di un noto programma televisivo. Nel corso della trasmissione venivano espressi commenti “infelici” sul conto dei Giudici Falcone e Borsellino. L’intera vicenda e alcune successive esternazioni di vicinanza ad esponenti della criminalità organizzata, provocava una serie di divieti di esibizione nei confronti del cantante.

TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI

Toccava al nipote di Angelo Monti, Juri Massimiliano Ingarao gestire le attività di droga. Quest’ultimo, nonostante fosse sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, è riuscito a organizzare e coordinare tutte le attività funzionali al traffico. Le sostanze stupefacenti venivano reperite, principalmente sul canale di fornitura con la Campania; A rifornire le varie piazze di spaccio del quartiere, delegando, a seconda dei ruoli, i fratelli Gabriele e Danilo, Marilena Torregrossa; Carmelo Cangemi, Francesco Paolo Cina’, Saverio D’Amico, Davide Di Salvo, Giuseppe Pietro Colantonio, Salvatore La Vardera, Francesco Mezzatesta, Giuseppe D’Angelo; Nicolò Di Michele, Gaspare Giardina, Gianluca Altieri e Vincenzo Marino.

I FURTI E LE ESTORSIONI CON CAVALLO DI RITORNO

La famiglia mafiosa autorizzava anche l’attività illecita dei furti di biciclette o di motocicli all’interno del quartiere di Borgo Vecchio. I ladri, oltre ad essere assoggettati alla “prevista” autorizzazione, devono anche destinare al sodalizio mafioso parte dei proventi della ricettazione o della restituzione ai legittimi proprietari con il cosiddetto metodo del “cavallo di ritorno”. L’approfondimento investigativo svelava l’esistenza di un’autonoma organizzazione criminale specializzata in tale settore, completamente asservita a cosa nostra.

VIDEO