Durante il 399° Festino di Santa Rosalia, Don Pino Vitrano, responsabile della Missione Speranza e Carità, è salito sul carro con il sindaco, Roberto Lagalla, per invocare insieme la Santuzza. “Viva Palermo e Santa Rosalia” è il caloroso inno gridato insieme a Carola Schirò, vicina a Don Pino Puglisi.
Si omaggiano così i due palermitani ai quali questa edizione, incentrata sule tema del sogno, è stata dedicata: Fratello Biagio Conte, che ha anche ispirato il carro trionfale, e Don Pino Puglisi, di cui ricorre il trentennale della morte per mano della criminalità organizzata. Al termine della processione, al Foro Italico, si è tenuta dunque la proiezione ai lati del carro delle immagini dei due.
“Quello che accomuna questi due giganti dell’amore e della carità sono appunto l’amore per il prossimo e la carità senza limiti – ha detto Don Pino Vitrano -. La loro missione è stata proprio quella di diffondere la speranza in questa città che ha bisogno di recuperare tanto. Una città che vive spesso di emarginazione sia nel mondo degli adulti, come nel caso degli ultimi a cui si rivolgeva Fratel Biagio, sia nel mondo dei giovani, a cui guardava invece Pino Puglisi. Entrambi avevano nel cuore la speranza che questa città potesse cambiare”.
“Se infondiamo in questa società la speranza che ci dona Cristo – ha aggiunto – possiamo aiutare a recuperare le persone per dargli la possibilità di vivere una vita nuova, soprattutto ai ragazzi, ma anche a coloro che hanno perso la speranza, come quei fratelli emarginati che vediamo spesso alla stazione e in tutti gli angoli della città”.
Massiccia presenza dei palermitani al Festino 2023. “Rispetto allo scorso anno c’è la stessa emozione nel partecipare a questo evento cittadino ma anche una maggiore speranza – afferma Lagalla sul piano di Palazzo reale -. Abbiamo raggiunto dei risultati come nel caso dei cimiteri e siamo all’ultimo miglio per ridare certezza finanziaria all’amministrazione comunale”. Il carro, fatto di materiali riciclati, trasporta una falce di luna, lunga 12 metri, che sostiene il simulacro della Patrona. La statua, per la prima volta, è nel punto più basso del carro, all’altezza del popolo, così come voluto da Biagio Conte.
La notte del Festino è iniziata con la performance, davanti al Palazzo dei Normanni, di Salvo Piparo e l’esibizione degli acrobati. Sul piano della cattedrale cadono i veli che ricoprono la Santa. La voce narrante è quella di Egle Mazzamuto. Con lei ci sono l’Orchestra giovanile e il coro di voci bianche del Teatro Massimo.
Il corteo è proseguito con la discesa lungo corso Vittorio Emanuele verso i Quattro canti, il teatro del Sole, aperto dai tamburinai della famiglia Auccello. La voce è di Stefania Blandeburgo. Nel cuore della città antica, piazza Vigliena, Rori Quattrocchi ha recitato un testo del drammaturgo Franco Scaldati. Poco dopo l’una i fuochi d’artificio.