Fiamme a Gela: in una notte distrutti tre motrici, due rimorchi e un’auto

Bruciati due rimorchi e tre motrici di un’impresa. La pista
privilegiata è quella mafiosa. A Gela le telecamere sono spente

Una notte di incendi dolosi a Gela. Le fiamme hanno distrutto cinque mezzi pesanti. Bruciati tre motrici e due rimorchi, appartenenti ad un’azienda operante nel settore della logistica e dei trasporti, situata sulla Ss 117 bis Gela-Catania. Nella stessa notte è stata data alle fiamme anche un’auto, una Fiat Punto di un pensionato, che era parcheggiata in via Marsala, sotto l’abitazione della vittima. Entrambi incendi, sulla cui natura dolosa i carabinieri sembrano non avere dubbi, si sono verificati poco dopo la mezzanotte. La prima ad essere incendiata è stata l’auto, e poco dopo i mezzi pesanti, che erano nel piazzale dell’azienda. I vigili del fuoco del locale distaccamento hanno impiegati parecchio tempo per domare il rogo che ha distrutto i pesanti automezzi.

LE INDAGINI

Sono intervenuti anche i carabinieri del Reparto Territoriale di Gela, e sembra non abbiano dubbi sulla natura dolosa dell’incendio dei camion e dell’automobile. Gli inquirenti potrebbero essere già in possesso di alcune immagini provenienti dai sistemi di videosorveglianza di aziende che si trovano nelle vicinanze. Ma a Gela gli incendi dolosi sono molto frequenti. Appena tre giorni fa, un altro rogo aveva distrutto nel quartiere San Giacomo, in via Amedola, altre tre macchine e uno scooter.

UN ATTENTATO PER 50 EURO O ANCHE MENO

Il procuratore di Gela, Fernando Asaro, come riportato dal Giornale di Sicilia, teme una ripresa degli attentati incendiari. «Si tratta di un problema atavico», spiega. «Tentiamo di fronteggiare questo fenomeno con i mezzi e le risorse che abbiamo a nostra disposizione. La città non dispone di un sistema di videosorveglianza. che non funziona oramai da diversi anni. Le telecamere ci aiuterebbero moltissimo a fronteggiare questo fenomeno». Il procuratore parla anche dell’omertà che non aiuta nelle indagini, ed evidenzia che il movente di queste azioni non sempre è di matrice mafiosa. Nasce spesso da vicende familiari, personali, liti condominiali, maltrattamenti e relazioni sentimentali conflittuali. E sottolinea che il ricorso agli attentati incendiari è una forma meschina di reagire.

Ovviamente a volte il movente può anche essere di matrice mafiosa. «A Gela – afferma il procuratore – le auto vengono bruciate con 50 euro e a volte anche meno. Gli attentati vengono commissionati spesso a soggetti particolarmente bisognosi che non hanno collegamenti ad organizzazioni mafiose e che non conoscono nemmeno il motivo che li porta a compiere gesti intimidatori».