Fidanzati morti nel box, l’Iran non vuole la salma di Vida: “Era una ragazza di facili costumi”

La ‘polizia morale’ iraniana blocca il trasferimento del corpo di Vida. Il papà di Vincenzo: “Quando li ho trovati erano vestiti”

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Quattro giorni fa sono morti a Secondigliano, Napoli, un ragazzo di 24 anni, Vincenzo Nocerino, e la sua fidanzata 21enne, Vida Shahvalad. La motivazione dei decessi sarebbe da imputare al gas di scarico dell’auto di Vincenzo, lasciata in moto per riscaldarsi. I due ragazzi si erano appartati in un box per fare pace dopo un litigio avvenuto mentre erano di ritorno da una festa. Lei, Vida, era una ragazza iraniana, venuta in Italia per studiare all’Università di Napoli. Nel suo paese d’origine, l’Iran, il giorno dopo la morte dei due giovani,  è andato in onda un servizio in un telegiornale in cui la “polizia morale”, nel dare la notizia della morte della 21enne, l’ha descritta come “una donna di facili costumi”. Lo ha raccontato al ‘Mattino’ un amico della ragazza, Ahmad Bahramzadeh, 28 anni, che studia odontoiatria a Pisa. Il giovane ha lanciato un appello per salvare “l’onore di Vida e ridare dignità alla sua figura”.

Fidanzati morti nel box, il racconto del papà di Vincenzo

I corpi dei due ragazzi sono stati ritrovati da Alfredo Nocerino, padre del ragazzo. “Erano le 8.30 più o meno – ha raccontato – quando sono sceso in garage, dopo essermi accorto che Vincenzo non era tornato a casa. La sera prima lui e Vida erano andati a una festa con amici a Caserta. Mi sono meravigliato che non mi avesse avvisato. Così ho sollevato la saracinesca del box e sono corso vicino all’auto che era parcheggiata. Erano stesi, lui sul sedile davanti, lei dietro”.

“Erano vestiti, voglio precisarlo – ha detto –perché qualcuno ha detto che erano nudi. Sembrava dormissero. Ho provato a svegliarli, ho cercato di scuotere mio figlio e per rianimarlo, l’ho preso a schiaffi urlando il suo nome. Ma nulla. Il silenzio assoluto. Di fronte a nessuna reazione da parte di entrambi ho realizzato che erano morti e ho chiamato subito i soccorsi. Sono uscito in strada e credo che le mie grida abbiano svegliato tutto il rione”.

I familiari di Vida non riescono ad ottenere il trasferimento della salma

La conseguenza di questa situazione è che, a causa dell’ostruzionismo della “polizia morale” iraniana, i familiari della vittima non riescono ora a ottenere il permesso per il trasferimento della salma nel loro Paese, come vorrebbero.

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