Procedono in Inghilterra le indagini sull’omicidio di Nino Calabrò e Francesca Di Dio, i due fidanzati del Messinese trovati senza vita in un appartamento a Thornaby-on-Tees, nella contea dello Yorkshire. Per l’uccisione la polizia ha fermato un 21enne di origini palermitane, Andrea Cardinale, che ha lavorato come croupier e condiviso l’appartamento con Calabrò.
Davanti ai giudici della Crown Court di Teesside, il ragazzo avrebbe fatto scena muta, confermando solamente il proprio nome. Secondo quanto trapela, avrebbe sofferto di problemi psichici.
Il 21enne palermitano avrebbe vissuto con i genitori e la sorella per qualche tempo a Zanano, frazione di Sarezzo, nel Bresciano. A ricostruirne il passato è Bresciaoggi. Si sarebbe diplomato al liceo delle Scienze applicate a Gardone Valtrompia per poi tornare in Sicilia. In seguito, la partenza alla volta dell’Inghilterra. Era appassionato di rugby e all’estero era riuscito a diventare croupier.
Chi lo ha conosciuto resta sbigottito davanti alle accuse mosse dagli inquirenti. Il giudice intanto ha confermato la custodia in carcere e aggiornato il processo al 23 gennaio. La prossima volta Cardinale si presenterà in aula con i propri rappresentanti legali.
I corpi di Nino Calabrò e Francesca Di Dio sono intanto ancora in Inghilterra. I due giovani erano originari della provincia di Messina: lui, 25 anni, di Barcellona Pozzo di Gotto, lei, 20 anni, di Montagnareale.
Francesca era andata a trovare Nino in occasione delle festività: il giovane viveva in Inghilterra ormai da tre anni e lavorava come croupier in un casinò. Sarebbe stati uccisi con un martello o, come ultimamente trapelato, con una mazza da baseball. Sul movente dietro all’efferato delitto non vi è ancora alcuna chiarezza.