“Non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone. Hai avuto un momento di debolezza. Devi farti forza. Non sei l’unico“, sono queste le parole di Nicola Turetta, intercettate in carcere.
L’uomo, padre di Filippo, l’omicida di Giulia Cecchettin, cerca così di rincuorare il figlio durante il loro primo incontro in carcere avvenuto lo scorso 3 dicembre, in seguito alla cattura del 22enne in Germania. La conversazione, intercettata dagli investigatori e ora all’interno del fascicolo processuale, è stata riportata dal Corriere della Sera e da L’Arena di Verona. “Ci sono altri 200 femminicidi. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti”.
Nel colloquio, Filippo Turetta avrebbe anche chiesto al padre se fosse stato licenziato a causa sua. Alla domanda circa il comportamento dei magistrati con lui, Turetta risponde: “Meglio di quello che mi aspettavo”.