Fine dell’IVA in Italia, si chiude l’era dei mariuoli: col nuovo decreto legge l’imposta sul valore aggiunto finisce nel tuo portafoglio

Soldi (Pixabay) PalermoLive

Potrebbero esserci importanti nel prossimo futuro con un graduale cambiamento per quanto riguarda tutto ciò che ha IVA. 

L’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) è un’imposta indiretta sui consumi, applicata sul valore aggiunto in ogni fase della produzione e della distribuzione di beni e servizi. In Italia, l’IVA è stata introdotta il 1° gennaio 1973, in sostituzione dell’Imposta Generale sull’Entrata (IGE), con l’obiettivo di uniformare il sistema fiscale italiano a quello degli altri paesi membri della Comunità Europea. L’aliquota IVA ordinaria iniziale era del 12%.

Nel corso degli anni, l’aliquota IVA ordinaria ha subito diverse modifiche, generalmente con un trend di aumento. È passata al 14% nel 1977, al 15% nel 1980, al 18% nel 1982, al 19% nel 1988, al 20% nel 1997, al 21% nel 2011 e infine all’attuale 22% nel 2013. Questi incrementi sono stati spesso legati a esigenze di bilancio pubblico e a manovre di consolidamento fiscale.

Oggi in Italia esistono diverse tipologie di aliquote IVA, differenziate in base alla categoria dei beni e dei servizi. Oltre all’aliquota ordinaria del 22%, si applicano aliquote ridotte: un’aliquota del 4% per beni di prima necessità come alimentari, libri e giornali; un’aliquota del 5% per specifici servizi socio-sanitari; un’aliquota del 10% per beni e servizi turistici, ristorazione, alcuni prodotti alimentari ed interventi di recupero edilizio. Esistono inoltre operazioni esenti da IVA.

L’IVA è un’imposta fondamentale nel sistema tributario italiano, la cui aliquota ordinaria ha visto un progressivo aumento dalla sua introduzione. Attualmente, il sistema prevede diverse aliquote, differenziate per categorie di beni e servizi, con l’obiettivo di modulare la pressione fiscale sui consumatori e sui diversi settori economici.

Il peso dell’IVA

L’IVA incide significativamente sul potere d’acquisto degli italiani, rappresentando un costo aggiuntivo del 22% sulla maggior parte dei beni e servizi. Questa aliquota standard, una delle più alte in Europa, si somma ad altre imposte, riducendo la disponibilità economica delle famiglie e influenzando le decisioni di spesa quotidiane.

È plausibile che una parte consistente della popolazione desidererebbe una riduzione o addirittura l’abolizione dell’IVA, percepita come un onere gravoso. Tuttavia, l’IVA rappresenta una delle principali fonti di gettito fiscale per lo Stato, essenziale per finanziare i servizi pubblici, rendendo improbabile una sua completa eliminazione nel breve termine.

Calcolatrice (Pexels) PalermoLive

Regime transfrontaliero ed esonero IVA

A partire dal 2025, è entrato in vigore un nuovo regime transfrontaliero di franchigia IVA nell’Unione Europea. Questo sistema permette a determinate piccole imprese di beneficiare di un esonero dall’IVA per le operazioni commerciali con altri Stati membri, a condizione che il loro fatturato annuo a livello comunitario non superi i 100.000 euro e rispettino le soglie nazionali del proprio paese.

Questo regime mira a semplificare gli adempimenti fiscali per le micro e piccole imprese attive a livello internazionale, riducendo gli oneri amministrativi legati all’IVA in ciascun paese membro. L’obiettivo è incentivare il commercio transfrontaliero e migliorare la competitività delle piccole realtà economiche all’interno del mercato unico europeo.