Fisco, da oggi ti controllano il telefono e il gas: fai molta attenzione al Quadro RS | Rischi una stangata da capogiro

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L’Agenzia delle Entrate sta facendo controlli tappeto per verificare se hai diritto a questa agevolazione fiscale

L’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli sui titolari di partita IVA in regime forfettario. Il piano delle verifiche per il 2024 mira a contrastare le irregolarità e garantire il rispetto dei requisiti di accesso e permanenza nel regime agevolato. Con l’eventuale ampliamento della soglia di ricavi e compensi a 100.000 euro, l’attenzione si concentra anche sui contribuenti già aderenti, per evitare abusi e discrepanze nelle dichiarazioni.

Uno degli aspetti chiave dei controlli riguarda il limite di ricavi e compensi, attualmente fissato a 85.000 euro. Qualora un contribuente superi tale soglia, dovrà passare al regime ordinario dall’anno successivo. In caso di superamento dei 100.000 euro, invece, l’uscita dal regime forfettario è immediata, con un doppio regime fiscale nello stesso anno. Questo implica un cambio di adempimenti, che molti contribuenti potrebbero non considerare tempestivamente, rischiando così sanzioni in caso di accertamenti.

Oltre al tetto massimo di ricavi, esiste anche una soglia per le spese relative al personale. Il forfettario non può sostenere costi per lavoro dipendente, collaborazioni occasionali o soci per più di 20.000 euro annui. Questo limite è spesso sottovalutato, ma il mancato rispetto comporta la fuoriuscita dal regime e la perdita delle agevolazioni fiscali. L’Agenzia delle Entrate sta dunque verificando l’ammontare di queste spese con controlli mirati.

Un altro elemento di verifica riguarda i redditi da lavoro dipendente percepiti nell’anno precedente. Chi ha guadagnato oltre 30.000 euro da lavoro subordinato o pensione non può accedere al regime forfettario, a meno che il rapporto di lavoro sia cessato. Inoltre, il fatturato generato verso un ex datore di lavoro non deve superare il 50% del totale. Questa regola è stata introdotta per evitare false partite IVA che nascondano, di fatto, rapporti di lavoro dipendente.

L’aliquota al 5% non per tutti i nuovi forfettari

Il regime forfettario prevede un’aliquota ridotta al 5% per le nuove attività nei primi cinque anni. Tuttavia, non tutte le partite IVA di nuova apertura possono beneficiarne. Chi nei tre anni precedenti ha esercitato un’attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare, non può accedere all’aliquota ridotta. Inoltre, se la nuova attività è una prosecuzione diretta di un precedente lavoro, la tassazione resta al 15%.

Particolare attenzione è rivolta al Quadro RS della dichiarazione dei redditi, che raccoglie informazioni sulle spese sostenute. L’Agenzia delle Entrate sta effettuando controlli incrociati per verificare la coerenza tra i dati dichiarati e le effettive spese per energia elettrica, carburanti, leasing e canoni di noleggio. Discrepanze significative possono far scattare verifiche più approfondite.

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Fisco – fonte pexels – palermolive.it

L’importanza di verificare i requisiti periodicamente

Molti contribuenti non controllano regolarmente il rispetto dei requisiti e rischiano di incorrere in sanzioni a seguito di controlli fiscali. Verificare periodicamente il fatturato, i costi del personale e gli altri parametri richiesti dal regime forfettario può evitare problemi con il Fisco. È fondamentale tenere traccia degli adempimenti e adeguarsi tempestivamente alle eventuali modifiche normative.

L’Agenzia delle Entrate sta adottando un approccio rigoroso per contrastare l’evasione fiscale, con sanzioni per chi non rispetta le soglie previste. Oltre alla fuoriuscita immediata dal regime forfettario, le irregolarità possono comportare multe e il recupero delle imposte non versate. Il consiglio per i forfettari è di prestare la massima attenzione alla gestione fiscale per evitare spiacevoli sorprese.