Focolai al Civico. I medici: «Ci proteggiamo con i sacchi dei rifiuti»

Ancora un’emergenza al Civico: nove casi, chiuso il centro grandi ustioni.
I sindacati: “Scarseggiano i dispositivi di tutela”. Il rischio pronto soccorso

Al Civico è scoppiato il secondo focolaio in una settimana. Al Centro grandi ustioni otto operatori sanitari ed un paziente sono risultati positivi. Subito i ricoverati sono stati trasferiti in Chirurgia plastica e il reparto, punto di riferimento per la Sicilia occidentale, è stato chiuso. Comunque i contagiati, fra medici e infermieri sono saliti a quota 25. Come riporta Repubblica Palermo, Mario Di Salvo, sindacalista Fials, ha denunciato: «Colpa del sovraffollamento di pazienti, di dispositivi di sicurezza non sempre idonei e impianti inadeguati».

«CI SI ARRANGIA CON SACCHI DELL’IMMONDIZIA»

Non solo. Di Salvo, che oltre ad essere segretario aziendale della Fials è anche tecnico di radiologia nell’area di emergenza, ha anche detto: «Qualcosa non va. In tutto l’ospedale mancano i gambali lunghi e ci si arrangia con sacchi dell’immondizia. Qualcuno usa le traverse attaccate alla buona alle scarpe. Nella scatola delle mascherine ffp2 che ci forniscono è scritto che non sono idonee all’uso sanitario. Abbiamo avuto fino a 57 ricoverati in un pronto soccorso che può contenerne al massimo 40, trasformato in una terapia subintensva». Repubblica ha raccolto anche lo sfogo di un medico che lavora in un reparto Covid: «Siamo allo sbando — ha detto —. Abbiamo sistemi di sanificazione fatti in casa, mentre in Emilia-Romagna hanno i gate che spruzzano soluzioni disinfettanti all’entrata e all’uscita, e ci danno sacchetti di plastica al posto dei calzari».

«CI SONO DIFFICOLTÀ»

Massimo Geraci, il primario del pronto soccorso, ha parlato della situazione che si sta vivendo al Civico: «La difficoltà di gestire un focolaio tenendo aperta l’attività è una delle più notevoli. Abbiamo differenziato gli orari di ingresso e uscita del personale, le aree degli spogliatoi e sanificato l’ambiente»