Questa volta non sono i piatti, le mattonelle e i mosaici magistralmente realizzati con una coloratissima ceramica nota in tutto il mondo a portare alla ribalta della cronaca Santo Stefano di Camastra, Comune messinese quasi al confine con la Città metropolitana di Palermo, bensì il ritorno del Covid 19 e lo spettro di un possibile focolaio. Nella piccola cittadina – poco più di 4.500 abitanti – che ricade nel Parco dei Nebrodi, l’incubo del Coronavirus si è materializzato con due casi di positività registrati e ventitre persone in quarantena.
I due soggetti affetti da Coronavirus sono marito e moglie e si trovano in isolamento; la coppia sarebbe di recente tornata dal Nord Italia, dove si era recata per fare visita ad alcuni congiunti.
Si tratta comunque di una versione che, ad oggi, non è stata confermata ufficialmente.
Nessuna ombra, invece, sul comportamento dei due coniugi – entrambi asintomatici – che hanno collaborato immediatamente e responsabilmente per ricostruire la catena dei contatti sociali avvenuti nel corso degli ultimi giorni. Si tratta di soggetti a rischio di potenziale contagio che si trovano ora in isolamento o in quarantena vigilata.
“Per costoro – spiega il sindaco Francesco Re – ho provveduto immediatamente a chiedere l’urgente effettuazione di esami tampone che, conto, potrà avvenire con estrema celerità”.
L’Asl di Messina, intanto, ha dato il via ad un’indagine epidemiologica per evitare che il focolaio possa estendersi ulteriormente.
Una necessità che, per l’amministrazione comunale, non è legata soltanto alla tutela della salute dei cittadini ma anche all’avvio, ormai prossimo, della stagione turistica. Il piccolo Comune messinese è, infatti, una meta molto apprezzata per via delle ceramiche; ma anche per i numerosi edifici religiosi di pregio e la buona cucina che, congiuntamente alla favorevole posizione sulla costa tirrenica, ne fanno un luogo particolarmente apprezzato; soprattutto durante la stagione estiva.
“Occorre, ora più che mai – afferma il primo cittadino – assumere comportamenti improntati alla massima e fattiva collaborazione. Ma soprattutto rispettosi dell’osservanza di tutte le misure di prevenzione e contenimento. Obbligatorio e non derogabile l’uso costante della mascherina in tutti gli ambienti trafficati; lì dove è potenzialmente a rischio il venire meno della distanza interpersonale di almeno un metro”.
Parole chiare che impongono il divieto assoluto di assembramento in spazi e locali pubblici; anche nella speranza di evitare la reintroduzione di misure di prevenzione e contenimento del rischio epidemiologoco già sperimentate.
Fondamentale si rivelerà, dunque, il senso di responsabilità al quale Re fa appello.
“Ai nostri concittadini – aggiunge – vanno la solidarietà di tutta la comunità stefanese vicina e lontana; e i migliori auguri di un pronto ritorno alla normalità. Insieme ce la faremo”.