Maxi focolaio di dengue a Fano, in provincia di Pesaro-Urbino. Stando a quanto comunicato dalla Regione Marche, al momento si registrano 102 casi accertati e 10 probabili nell’area: “Non si sono verificati episodi gravi né decessi correlati”, specifica la nota. La curva di incidenza, inoltre, “evidenzia una tendenza in chiaro decremento”, con un picco di casi registrato tra il 14 e il 17 settembre.
Nel fare il punto della situazione, la Regione ha sottolineato che, delle persone contagiate, 35 sono state ricoverate principalmente come misura “precauzionale e per procedere più celermente agli accertamenti diagnostici”. Il ricovero non ha superato i 7 giorni.
Il primo caso di dengue “ha avuto l’inizio della sintomatologia il 15 agosto”, l’ultimo il 25 settembre, chiarisce inoltre la nota. “La curva di incidenza, che mostra l’andamento dei casi nel tempo, evidenzia una tendenza in chiaro decremento, con un picco di casi rilevati, sempre come inizio della sintomatologia, tra il 14 ed il 17 settembre. Dal 23 settembre soltanto una persona ha avuto la diagnosi di dengue”. Come riferito dalla Regione, l’aumento dei casi rilevati nei giorni scorsi “è dovuto ad un allungamento dei tempi di diagnosi, in particolare per quelli diagnosticati a Roma presso l’Istituto Superiore di Sanità, ma come esordio dei sintomi si riferiscono ai giorni precedenti”.
Intanto oggi si è tenuto un confronto tra esperti regionali, dell’Ast di Pesaro Urbino, e rappresentanti del ministero della Salute. L’incontro ha confermato la validità delle misure adottate per contenere il focolaio: tra queste ci sono la disinfestazione dell’area, il monitoraggio continuo dei casi e interventi preventivi volti a limitare la diffusione della malattia. “Sono state messe in atto tutte le misure di sanità pubblica previste e continua la sorveglianza sanitaria”, ha sottolineato la Regione che garantisce che “la situazione è monitorata costantemente”.
“Giovedì – ha aggiunto – tornerà a riunirsi il Gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie (Gores), un gruppo tecnico formato da esperti di varie discipline che si occupa anche di eventi sanitari epidemici, che aveva già effettuato un primo incontro nei giorni scorsi”.
Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico S. Martino di Genova, ha sottolineato la necessità di contenere il focolaio. “Nella zona di Fano si sta verificando quello che sembra proprio essere un focolaio autoctono di dengue ed è evidente che con tutti i casi nel nostro Paese c’era da aspettarselo e l’avevamo anche preventivato. Dopo i focolai del 2023 eccoci di nuovo alle prese con la dengue importata e che poi si diffonde. Ora si deve passare alle vaccinazioni, perché un’eventuale recidiva può diventare importante e poi si deve fare un lavoro certosino di sorveglianza dei contatti dei casi perché altrimenti il focolaio si allargherà ancora di più”, ha detto all’Adnkronos Salute.
“Le amministrazioni comunali non possono essere lasciare sole in questo lavoro di disinfestazione contro le zanzare, va fatto un ragionamento più ampio con interventi strutturali anti-zanzare. Nel frattempo si deve affrontare questo focolaio arrivato a 102 contagi arginandolo altrimenti rischiamo una espansione sul territorio e oltre. Uno scenario che diventerebbe ancora più difficile da gestire”, ha concluso.