Nuovi dettagli nell’inchiesta delle forze dell’ordine che ha sgominato la famiglia mafiosa dei Fontana, clan malavitoso che imperversava nella città di Palermo. Le intercettazioni hanno riportato alla luce tutti i business criminali del nucleo familiare che comandava diverse situazioni nel capoluogo siciliano. Minacce di morte, violenze e feroci intimidazioni: con questi mezzi, il clan dell’Acquasanta imponeva il potere su commercianti ed esercenti senza risparmiare nessuno. Il racket dei clan Fontana si allargava anche su forniture ed assunzioni. Queste le novità emerse dalle indagini che hanno portato all’arresto di 90 persone.
Nuovi dettagli emergono. I boss malavitosi, in questo caso i Fontana, non ricercano solo soldi ma puntano, con forza, a piazzare i propri prodotti sul mercato imponendoli con ferocia inaudita. Oltre alle “carrettelle“, il nucleo familiare che soggiogava molti aspetti di Palermo puntava su farina, sacchetti di cartone e carta stagnola. Il tutto, ovviamente, condito da violenza, intimidazioni e spedizioni punitive: chi non si conformava alle dritte del nucleo malavitoso, infatti, subiva veri e propri raid violenti. Minacce che permettevano ai Fontana di imporre prodotti propri e, in diversi casi, assunzioni a commercianti o imprenditori.