Polemiche dopo la frana a Ischia, una tragedia che ha causato otto morti e che vede i vigili del fuoco ancora all’opera per ritrovare quattro dispersi. Le ricerche sono andate avanti anche nel corso della notte nella zona di via Celario a Casamicciola, dove ieri sono stati rinvenuti i corpi di alcune delle vittime.
Ad accrescere le preoccupazioni le condizioni meteo: tra oggi e domani si prevede infatti pioggia sull’isola d’Ischia e il fango per le strade è ancora tanto. Il bilancio della frana conta attualmente anche cinque feriti e 230 sfollati.
Intanto, imperversa la polemica sulle dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. “Basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti quelli che lasciano fare”, ha dichiarato quest’ultimo a Rtl 102.5, commentando la tragedia che getta luce, ancora una volta, sul fenomeno dell’abusivismo edilizio.
Il disastro “sarebbe stato evitato se non avessero costruito nell’alveo e se fossero state fatte le opere di messa in sicurezza. Ci sono stanziamenti per quell’area previsti da dieci anni e oggi risultano solo a livello progettuale”. Così ha proseguito Pichetto. “Confischerei quello che è abusivo per valutare quello che è pericoloso”, ha aggiunto, ricordando la necessità che “tutti facciano davvero il proprio dovere: da me all’ultimo amministratore”.
A replicare alle parole del ministro è Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno. “Il ministro Pichetto Fratin mi sorprende con queste sue dichiarazioni, forse non sa di cosa parla”, ha commentato all’Adnkronos.
“Noi abbiamo avuto una frana di dimensioni enormi che è scesa dal Monte Epomeo a una velocità enorme trascinando tutto, quindi se il ministro parla di quanto accaduto trovo questa dichiarazione fuori luogo”. Poi ha aggiunto: “Per quanto riguarda il resto, lui è ministro e ha il potere di fare ciò che vuole anche arrestare il sindaco o requisire gli immobili. Noi siamo qui”.
“Quelle dichiarazioni erano volgari, soprattutto in un momento in cui si stanno ancora cercando i dispersi. E anche strane perché conosco il ministro, è stato vicesindaco ed è stato vicepresidente di regione”. Così Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari, ha dichiarato ad Agorà su Rai3.
“Contemporaneamente denota anche un’ignoranza sul tema, nel senso che sul dissesto idrogeologico la competenza non è dei sindaci ma dello Stato – ha proseguito Decaro -. Nel 2014 sono stati individuati i presidenti di regione come commissari, con delega al contrasto al dissesto idrogeologico, sono stati finanziati e sono le regioni, quindi i commissari che hanno i pieni poteri. Nel 2018 esisteva una agenzia che si chiamava Italia Sicura, è stata chiusa e la competenza è tornata proprio in capo al ministero dell’Ambiente. Quindi in questo quelle dichiarazioni ci sono sembrate strane”.
Intanto il ministro ha raddrizzato il tiro delle sue frasi. “Non posso avercela coi sindaci, ho fatto metà della mia vita nelle amministrazioni comunali, mio figlio ha fatto il sindaco per dieci anni – ha dichiarato a Omnibus su La7 -. Sono sul fronte degli 8.000 sindaci, che devono rispondere a volte oltre le loro competenze. La mia dichiarazione di ieri è stata un po’ forte quando ho detto che bisognerebbe arrestare. Ma nasceva dal fatto che leggevo i report, vedevo che a Ischia c’era lo stanziamento dei fondi al 12 novembre 2010, e c’era scritto ‘in fase di progettazione'”.
“Quando uno vede queste cose, dice: ‘Come mai?’ – ha aggiunto -. Poi non entro nel merito specifico, non mi riferivo al merito specifico. La mia valutazione è: ‘Andiamo a veder caso per caso'”.
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