“Charlie Ebdo non ha perso il vizio!” Esclamano gli integralisti islamici, supportati in questo dalla figura carismatica di un leader del calibro di Recep Tayyip Erdogan, presidente della Turchia. A subire gli strali, anzi, i colpi delle appuntitissime matite dei vignettisti transalpini è d’altronde stato proprio lui. “Non c’è nulla da dire su queste canaglie – commenta –; la mia collera non è dovuta all’attacco ignobile contro la mia persona, ma agli insulti contro il profeta” Maometto”. Nella vignetta, si vede il presidente turco in panciolle sul divano, in T-shirt e mutande, con una lattina in mano, mentre solleva il lungo velo di una donna musulmana con tanto di vassoio e due calici di vino. Con l’estremità delle dita Erdogan solleva l’indumento della donna fino a lasciarle il fondoschiena completamente all’aria. Quindi l’esclamazione: “Ouuuh! Il Profeta!”.
Ai ferri corti, per colpa di una vignetta il presidente Turco Erdogan e quello francese Macron
TIRATA IN BALLO ANCHE LA GERMANIA
“La Francia e l’Europa non meritano politici come Macron e quelli che condividono la sua mentalità, che non fanno altro che seminare odio” e “vorrebbero rilanciare le Crociate“. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan riferendosi al sostegno del presidente francese alla rivista satirica Charlie Hebdo per la pubblicazione delle vignette su Maometto. “La cancelliera Merkel non ha saputo spiegarmi perché 100-150 poliziotti si siano introdotti nella moschea Mevlana di Berlino all’ora della preghiera all’alba“, mentre “il nostro Paese conta 435 chiese e sinagoghe, che sono sotto la protezione dello stato“, ha aggiunto il leader di Ankara. “Noi non abbiamo mai ostacolato il culto di nessuno, né lo faremo”, ha assicurato Erdogan.
LA DENUNCIA CONTRO CHARLIE HEBDO
I legali di Erdogan hanno presentato una querela alla procura di Ankara contro Charlie Hebdo per la caricatura dello stesso leader turco sulla copertina dell’ultima edizione della rivista satirica. Lo riporta Anadolu. La denuncia si aggiunge a un procedimento già aperto d’ufficio dalla procura della capitale turca.
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