Fratel Biagio e il miracolo della guarigione a Lourdes

Già in carrozzina per una neuropatia, rischiava l’amputazione delle gambe. Dopo il viaggio a Lourdes scese dal treno guarito

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Fratel Biagio, agli inizi degli anni ’90, con le sue proteste ed i suoi digiuni ottenne l’utilizzo dei locali dell’ex disinfettatoio comunale per la quarantena dei militari malati di via Archirafi, e lì fondò la missione “Speranza e Carità”. Per rimettere a posto questa e altre strutture, Biagio Conte ha dovuto faticare tanto insieme agli altri “fratelli” che avevano scelto di seguirlo. Con la conseguenza di seri problemi fisici che lo  portatono fino alla sedia a rotelle. Lui stesso ha raccontato: «Lavoravo come muratore e facchino fino alle 3 di notte per sistemare le nostre case. Forse ho tirato troppo la corda, e per dieci anni ho sofferto dolori alla schiena. Per muovermi mi sono servito prima del bastone, poi delle stampelle, e infine ho dovuto utilizzare la sedia a rotelle. Alla fine i medici mi diagnosticarono una neuropatia alle gambe e mi dissero che avrebbero dovuto operarmi altrimenti rischiavo l’amputazione. Dissi: “Fermatevi un attimo, devo riflettere”. Non presi nessuna decisione. A Lourdes mandavo gli altri, io non avevo tempo. Finché quattro fratelli e un ragazzo disabile mi han detto: “O vieni anche tu o non andiamo”».

La guarigione dopo il viaggio a Lourdes

E alla fine Biagio, grande devoto della Madonna, nel settembre del 2013 si convince e parte con l’Unitalsi per andare a Lourdes, e pregare nel santuario dedicato a Maria. Meta ogni anno di migliaia di ammalati, che chiedono alla Vergine se non il dono della guarigione, la forza di accettare e affrontare la malattia. Lui, sebbene relegato in carrozzina, non voleva fare il bagno nella vasca miracolosa, come fanno i pellegrini che vanno al santuario. «Arrivato davanti alla vasca, accanto alla grotta delle apparizioni, ero scettico ─ ha spiegato poi Biagio ─. Dicevo ai miei amici: “Non basta stare qui?”. Davo la precedenza agli altri malati. Poi mi sono detto che ero andato lì spinto dalla fede e alla fine solo il penultimo giorno, sono entrato a fare il bagno. Dopo essermi immersoho ho avvertito come un fuoco dentro. Tornato a Palermo, all’improvviso mi sono alzato dalla carrozzella. Da allora, non ho più avuto problemi alla schiena. Una grazia inaspettata. Adesso non cammino, volo. Grazie alla Madonna che, forse, ha voluto che continuassi la mia missione a servizio degli ultimi e dei dimenticati».

La Chiesa non si è pronunciata

Il fatto prodigioso fu confermato anche da padre Pino Vitrano, il sacerdote che ha collaborato per oltre 30 anni con Biagio Conte nella missione “Speranza e Carità”. Allora dichiarò: «Biagio da tempo soffriva a causa di alcune vertebre schiacciate che gli impedivano di camminare. Oltre ad altri problemi circolatori che gli facevano gonfiare i piedi. Subito dopo il ritorno dal pellegrinaggio me lo sono veduto venire incontro a piedi in maniera clamorosa, senza alcuna difficoltà. Anche i medici da noi interpellati non hanno saputo fornire una spiegazione scientifica plausibile». Ma la Chiesa non si pronunciò. Il Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Palermo del tempo, monsignore Carmelo Cuttitta, si limitò ad osservare: «Non sappiamo se si tratti di miracolo o meno. Certamente prima era sulla carrozzina, ed adesso è a piedi e cammmina con le sue gambe».