I legali dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi e di Mario Pincarelli, i giovani arrestati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, temono che i loro assistiti possano subire ritorsioni in carcere vista la brutalità dell’omicidio e la vasta eco e impressione che ha avuto nel paese. Insomma non vogliono che vengano messi in un braccio con altri detenuti, e di conseguenza correre rischi per la loro incolumità.
«ATTENZIONI SGRADITE ALL’INTERNO DEL CARCERE»
Anche il Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia non ha escluso che questo possa accadere, sottolineando come la ldetenzione degli indagati fino ad oggi si è svolta “senza anomalie”. «Trascorse le due settimane di isolamento precauzionale per il Covid effettivamente ─ spiega il garante ─ si dovrà valutare una adeguata forma di isolamento cautelativo per impedire che i tre possano essere oggetto di attenzioni per così dire sgradite all’interno del carcere. Il carcere non è un mondo a sé e anche dietro le sbarre l’uccisione di Willy Monteiro ha avuto una eco mediatica molto forte e ha impressionato gli italiani non solo quelli che sono a casa ma anche coloro che sono detenuti. Per questo serve attenzione».
I FRATELLI BIANCHI NEGANO IL PESTAGGIO, MA I TESTIMONI LI ACCUSANO
La decisione in ogni caso ora riguarda l’amministrazione carceraria. Nel giorno del funerall inoltre è arrivata la notizia che l’esito dell’autopsia e l’esame delle ulteriori testimonianze, ha portato all’aggravamento del capo d’accusa per gli arrestati, passato da omicidio preterintenzionale a omicidio volontario. L’unico che al momento si trova fuori dal carcere è Francesco Belleggia, che è stato trasferito agli arresti domiciliari dopo gli interrogatori di garanzia: le sue dichiarazioni sono state ritenute più attendibili e meno reticenti degli altri tre imputati, mentre i fratelli Bianchi hanno sostenuto di essere intervenuti solo per sedare una rissa e di non aver partecipato al pestaggio. Le testimonianze dello stesso Belleggia e di altri testimoni vanno invece in un’altra direzione.