Mottarone, indagato per sequestro di persona nonno bimbo sopravvissuto

I legali di Aya Biran fanno riferimento all’attivazione della Convenzione internazionale dell’Aja, che prevede di assicurare il rientro del minore presso l’affidatario e il Paese di residenza.

eitan

E’ stato iscritto nel registro degli indagati per sequestro di persona, aggravato dal fatto che la vittima è un minorenne, il nonno del piccolo Eitan. Il bambino, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, ha incontrato il nonno a seguito di una visita programmata; l’uomo tuttavia non lo ha più riportato in casa della zia, Aya Biran, sua tutrice legale.

Smhuel Peleg, questo il nome del nonno materno di Eitan, è dunque ora indagato a Pavia per sequestro di persona aggravato. L’ex militare due giorni fa ha portato il piccolo di 6 anni con sé in Israele. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Mario Venditti, mira anche ad individuare presunte complicità di terzi nella fuga. Nonno e nipote sarebbero partiti con un volo privato partito da Lugano, in Svizzera.

La Convenzione internazionale dell’Aja

L’avvocato Cristina Pagni, uno dei legali di Aya Biran, ha fatto riferimento all’attivazione della Convenzione internazionale dell’Aja. La convenzione, risalente al 1980, prevede di assicurare il rientro del minore presso l’affidatario e il Paese di residenza.

Nei mesi scorsi, il Tribunale di Pavia aveva confermato la nomina di Aya Biran come tutrice legale di Eitan. Il tribunale aveva anche disposto la riconsegna del passaporto israeliano del piccolo, in possesso del nonno, e ordinato il divieto di espatrio. Questo sarebbe potuto avvenire solo con l’accompagnamento o l’autorizzazione della tutrice.

“Nessun rapimento”

Intanto, riferisce lo Jerusalem Post, la nonna materna del bambino ha dichiarato che non si tratterebbe di un rapimento. “Voleva tornare in Israele da tempo – ha dichiarato -. Finalmente, dopo quattro mesi, i medici lo vedranno. Sua zia e suo zio in Italia hanno proibito a me e mio marito di incontrare i suoi medici e terapisti”. La donna ha confermato che il bambino è in cura allo Sheba Medical Center di Tel Aviv.

Secondo i legali del nonno materno, l’uomo avrebbe agito d’impulso, preoccupato dalle condizioni di salute del nipote. I legali hanno dichiarato l’impegno perché vengano riconosciuti i diritti della famiglia materna.