Furto da 60mila euro all’Università di Palermo, denunciato il presunto responsabile: la refurtiva torna all’ateneo
Scattata la denuncia per ricettazione per un secondo individuo. I dispostivi tecnologici si trovavano all’interno di un garage nei pressi di una struttura ospedaliera cittadina
La polizia ha rintracciato i presunti autori del furto avvenuto martedì mattina, intorno alle 11, all’Università di Palermo. Un’operazione lampo che ha visto la collaborazione col personale di Sicuritalia, preposto alla vigilanza interna all’area universitaria. L’ingente furto, se fosse rimasto insoluto, avrebbe arrecato un grave danno a una ditta consorziata con Unipa, privando anche quest’ultima di importanti strumenti di ricerca scientifica.
Furto all’Università di Palermo, le indagini
Il lieto fine è giunto intorno alle 18:30 di martedì stesso. In mattinata, all’interno di uno dei padiglioni universitari, era stata sottratta preziosa strumentazione legata alla possibilità di effettuare rilievi batimetrici. Nel pomeriggio colui che a seguito delle visioni delle telecamere a circuito chiuso era stato plausibilmente riconosciuto come l’autore del furto mattutino, era stato notato mentre tornava ad aggirarsi tra i padiglioni di viale delle Scienze, non distante dai locali in precedenza depredati. Inseguito e raggiunto dalla vigilanza privata, l’uomo aveva opposto una attiva resistenza, spintonando le Guardie Particolari Giurate. I poliziotti, nel frattempo giunti sul posto, sono infine riusciti a bloccarlo e ad avviare le attività per conoscere il luogo e le persone a cui la refurtiva fosse stata destinata.
Seguendo così gli elementi indiziari raccolti, gli agenti sono riusciti a dare un’identità al ricettatore e a geolocalizzare il luogo della refurtiva, un garage nei pressi di una struttura ospedaliera cittadina.
Refurtiva da 60mila euro
Nel giro di pochi minuti, gli agenti hanno bussato alle porte del garage e incalzato il custode. All’interno hanno rinvenuto:
• console di controllo, necessaria a gestire i veicoli subacquei per l’osservazione dei fondali marini;
• 2 sistemi di posizionamento satellitare;
• ecoscandaglio cartografico;
• vhf;
• chiavette usb contenenti dati riservati e programmi per la gestione di strumenti acustici ad alta risoluzione.
Il valore stimato, approssimativo, della refurtiva sfiora i 60mila euro. Da verificare se ladro e ricettatori avessero chiaro il valore della merce sottratta, certo è che alta sarebbe stata l’entità del danno inferto a privati e alla ricerca scientifica.
Il primo fermato è stato denunciato per furto aggravato e resistenza a Pubblico Ufficiale, il secondo per ricettazione. Giova precisare che gli odierni indagati, sono, allo stato, indiziati in merito ai reati contestati. La loro posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.
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