A Gangi “Il grande paesaggio” del Maestro Gianbecchina
Ventidue dipinti e otto acquarelli, realizzati tra gli anni ottanta e novanta del secolo scorso, raccontano una Sicilia intensa e rurale
Gangi, incantevole borgo madonita, ospita la mostra “Il grande paesaggio” del Maestro Gianbecchina.
L’esposizione, in programma dal 1 aprile al 30 giugno prossimo, si articola in ventidue dipinti e otto acquarelli, risalenti agli anni ottanta e novanta del secolo scorso.
Alcuni provengono da collezioni private.
L’iniziativa si arricchisce di un catalogo che reca le firme di Tanino Bonifacio, Valentina Bruschi ed Enzo Randazzo.
A ospitare le opere del grande artista, originario di Sambuca di Sicilia, sarà il settecentesco Palazzo Bongiorno, nelle meravigliose sale affrescate da Gaspare Fumagalli e Pietro Martorana.
Gianbecchina è considerato una delle migliori espressioni del Novecento italiano.
IL TEMA DEL PAESAGGIO E IL COINVOLGIMENTO DEI CERAMISTI
Alla mostra che si tiene a Gangi, in provincia di Palermo, è legato un grande contenitore di appuntamenti dedicati all’arte e alla cultura.
L’iniziativa, dal titolo “Protagonista: Terra Arte e Natura”, rappresenterà, congiuntamente alla mostra, un’eccezionale fonte di ispirazione per alcuni ceramisti siciliani.
Le opere delle maestranze, raffiguranti il territorio siciliano, saranno donate all’Istituzione “Gianbecchina“, che ha organizzato “Il grande paesaggio” insieme al Comune di Gangi.
“Il tema del grande paesaggio – spiega il figlio Alessandro Becchina – è sempre stato caro a mio padre, e rappresenta l’ultimo periodo della sua attività creativa”.
Le opere del Maestro consegnano una visione intima e personale del rapporto diretto tra l’artista e la natura.
I dipinti raccontano la natura e il paesaggio attraverso colori forti che cambiano in funzione delle stagioni.
Una narrazione della Sicilia più autentica e rurale.
“Potremmo definire la sua pittura – precisa – come una prospettiva a volo d’uccello: il paesaggio siciliano, colmo di luce, bellezza, sentimento ma anche rispetto, ne è il protagonista assoluto”.
L’Istituzione Gianbecchina, che già custodisce un patrimonio di un centinaio di opere che lo stesso artista aveva donato nel 1998, si arricchisce di un nuovo tema.
Ovvero, quello della natura, che il Maestro sambucese, scomparso nel 2001, dipinse nell’arco di varie stagioni.
L’IMPEGNO DELL’ ISTITUZIONE “GIANBECCHINA”
L’ Istituzione nacque il 20 dicembre del 1997 per dare onore all’uomo che, con la sua arte, ha dipinto la Sicilia con inarrivabile intensità.
Si tratta, nello specifico, di una collezione di centonovanta opere realizzate tra il 1924 e il 1996, che illustrano il cammino e l’evoluzione umana e pittorica dell’artista.
Oli su tela, acquarelli, schizzi e acqueforti dei quali il Maestro volle fare dono alla città dove era nato, il 2 agosto del 1909.
Quaranta di esse si trovano, in esposizione permanente, nella Pinacoteca che ha sede nella Chiesa di San Calogero.
Non solo cultura, dunque, ma anche massima attenzione dedicata all’ambiente.
L’idea della mostra nasce proprio per rilanciare il tema del rispetto verso l’ecosistema, il territorio e la natura.
Un impegno che si lega ai drammatici scenari degli incendi che hanno deturpato il paesaggio, seminando violenza e distruzione.
Durante la scorsa estate, purtroppo, i roghi hanno devastato i boschi del territorio.
Un anno al quale, simbolicamente, l’Istituzione “Gianbecchina” tenterà di porre rimedio.
Insieme alla Coldiretti Sicilia, donerà infatti alla Città di Gangi degli alberi destinati al rimboschimento delle aree maggiormente colpite.
Il luogo individuato per la rinascita è un boschetto a poca distanza dal centro abitato.
La mostra si propone di veicolare un messaggio preciso: la mano dell’uomo non deve distruggere la bellezza, bensì preservare il Creato, all’insegna dell’educazione alla tutela del bene comune.
UNA SICILIA DORATA E COLORATA
“Gianbecchina – osserva Rosanna Migliazzo, presidente dell’omonima Istituzione – ha impresso solarità alle proprie tele”.
“Ha trasmesso al mondo – spiega – una Sicilia dorata, dalle tinte forti, calde, vivaci, che appartiene al patrimonio collettivo“.
“La sua produzione artistica – conclude – è un omaggio alla terra: l’obiettivo della mostra è dare un segnale di rinascita all’intero territorio“.
“Considero la pittura un atto d’amore – diceva l’artista, il cui vero nome era Giovanni Becchina – un inno al creato dal profondo dell’anima“.
“Il contenuto della mia opera, il motivo del mio dipingere, l’oggetto del mio fantasticare – amava sottolineare – è la vita di uomini, donne e bambini della mia terra, con le loro ansie e i loro problemi, è il colore, la conformazione, il profumo, il sapore di questa Sicilia ed anche i suoi terribili sussulti gli impeti della sua gente, questo mi da gioia e tormento e la forza di proseguire…”.
L’ AMORE – RICAMBIATO – DI GIANBECCHINA PER GANGI
A seguito della cittadinanza onoraria conferita al Maestro, nel 1998 l’artista donò alla città madonita novantasei opere, che coprono l’arco temporale compreso tra il 1935 e il 1995.
Un affetto e una riconoscenza ben ripagati dalla comunità del borgo che, di anno in anno, dedica al compianto artista un evento.
L’8 dicembre 2001, si tenne l’inaugurazione ufficiale dell’Istituto di Alta Cultura a Gangi, che ha sede a Palazzo Sgadari, bellissimo edificio nobiliare dell’Ottocento.
Nella stessa sede, si trovano anche il Museo Civico di Gangi, il Museo delle Armi e, appunto, la Pinacoteca “Gianbecchina”.