Gangi, rogo divora l’intera produzione cerealicola: “Colpiti al cuore”

Ingenti i danni causati dal rogo divampato ieri pomeriggio

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Continua l’emergenza incendi non solo a Palermo ma anche nella provincia, che ha visto – tra gli altri – un terribile rogo nel comune di Gangi che ha registrato gravissimi danni.

Le fiamme, nel pomeriggio di ieri 4 agosto, sono partite dalla zona di contrada Prato e hanno raggiunto la chiesa di San Biagio. Lo scirocco ne ha poi accelerato la risalita sul versante nord-est di monte Marone. Il fumo ha avvolto l’intera zona e raggiunto viale delle Rimembranze e l’area in prossimità dell’acquedotto e del castello dei Ventimiglia. Diverse le contrade e le zone colpite duramente dal rogo.

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Gangi, danni alle aziende agricole

Danneggiate gravemente le aziende agricole della zona, che hanno subito ingenti perdite. Il fronte di fuoco ha colpito il raccolto, mentre decine di edifici sono andati in fumo, tra abitazioni, stalle e magazzini. Perduta l’intera produzione cerealicola.

Oggi il nostro territorio è stato colpito al cuore – ha dichiarato il sindaco Francesco Migliazzo presente in prima linea -. Ringraziamo i Vigili del fuoco, la Protezione civile, il Corpo forestale e tutti gli uomini che si sono impegnati per domare le fiamme. Siamo vicini a tutti gli agricoltori, a chi ha perso tutto e a chi dovrà rialzarsi. Come comunità ci rialzeremo, più forti di prima”.

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Annullata la Sagra della Spiga

Il presidente della Pro Loco Mario Puglisi ha annunciato inoltre l’annullamento della Sagra della Spiga a causa dei gravi danni. “Con grande dolore abbiamo deciso di annullare tutte le iniziative in programma per la 57^ Sagra della Spiga. La nostra comunità gangitana è stata colpita al cuore. Il devastante incendio ha messo in ginocchio gran parte delle nostre campagne. Siamo al fianco dei nostri agricoltori ed allevatori che da sempre incarnano il significato più profondo della Sagra della Spiga. Come associazione faremo di tutto per fare sentire la nostra vicinanza a tutti i nostri concittadini colpiti da questa catastrofe, ma inquietante questo momento non ce la sentiamo di festeggiare. Oggi Gangi è in ginocchio ed il cuore di tutti noi è nero come tutto ciò che ci circonda. Ma, come sempre abbiamo fatto, ci rialzeremo. Nei nostri campi tornerà a biondeggiare la spiga”.

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La lettera dei sacerdoti

“La cattiveria umana non conosce limiti. Ci associamo al grido di dolore e di disperazione di tanti nostri concittadini che in questo pomeriggio hanno visto distruggere dalle fiamme dell’incendio il frutto di tanta fatica e di tanto lavoro”. Così hanno dichiarato, in una lunga lettera, Don Giuseppe Amato e Don Saverio Martina.

“Un colpo inflitto ancora una volta alla Creazione e alla Natura in maniera premeditata, sfruttando il favore delle giornate eccessivamente calde e lo spirare di venti sostenuti! Ci chiediamo: chi e perché può gioire di fronte a così grande sofferenza, dolore e a tanta distruzione? Saremmo, ancor più, meravigliati se questi criminali senza un minimo di pentimento si facessero chiamare ancora cristiani o se prendessero parte a qualsiasi forma di manifestazione di fede; fosse pure una semplice processione”.

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“Siamo vicini alle Istituzioni civili e alle Forze dell’Ordine che oggi pomeriggio hanno coordinato i lavori di soccorso, ai Vigili del Fuoco; alla Protezione Civile, ai lavoratori forestali e ai tanti volontari che si sono fatti prossimi di amici, vicini, di casa, conoscenti per dare una mano e mettere al sicuro il salvabile”, hanno dichiarato i sacerdoti.

“Estendiamo, inoltre la nostra solidarietà alle Comunità limitrofe di San Mauro Castelverde, Geraci Siculo e Castel di Lucio. Confidiamo che un giorno la Giustizia possa fare il suo corso e che i responsabili vengano adeguatamente puniti e possano risarcire il territorio dei danni causati. Alle Istituzioni Regionali e Nazionali chiediamo di sostenere con adeguati incentivi le Aziende che già provate dalla crisi causata dalla pandemia, vivevano situazioni di notevole sofferenza e che, per gli incendi, potrebbero definitivamente chiudere con un danno economico e sociale a territorio non indifferente. Al Signore e ai suoi Santi chiediamo la forza e il sostegno della fede per poter guardare al futuro con occhi di speranza, certi che anche nella prova non siamo mai soli, ma che è il suo Spirito che ci aiuterà a risorgere dalle ceneri e darà vita nuova alle nostre ossa inaridite”.