Dall'Italia

Genova, ragazzo di 18 anni ucciso e decapitato perché voleva lasciare il lavoro

Orrore a Genova. La Procura ha disposto il decreto di fermo nei confronti di due cittadini egiziani Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel e Mohamed Ali Abdelghani per l’omicidio di Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, 18 anni, e per soppressione di cadavere. Il ragazzo è stato ucciso nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio e gettato in mare. Il suoi corpo senza testa e mani è stato trovato  davanti a Santa Margherita lunedì scorso.

Mahmoud sarebbe stato ucciso con un colpo di punteruolo al cuore, e poi il suo corpo trafitto più volte. L’omicidio sarebbe avvenuto dopo una lite con il suo datore di lavoro, nata perché la vittima voleva lasciare il negozio di barbiere di Chiavari per lavorare in un altro esercizio commerciale.  L’uomo ed un collega del ragazzo che lo ha aiutato, durante l’interrogatorio hanno ammesso il delitto.

Raccapriccianti particolari sul delitto

Dalle indagini sono emersi raccapriccianti particolari. I due prima l’avrebbero ucciso con il punteruolo spaccandogli il cuore, poi hanno messo il cadavere in una valigia e dopo averlo trasportato da Genova a Chiavari in taxi hanno smembrato il cadavere in spiaggia, tagliando prima la testa e poi le mani. Subito dopo hanno gettato i resti in mare. Durante i rispettivi interrogatori gli autori del delitto si sono accusati l’un l’altro dello smembramento del cadavere.

Il corpo trasportato in taxi

Sarebbe stato lo stesso tassista a confermare di aver iniziato la propria corsa a Genova, in zona Sestri Ponente.  Precisando che erano saliti a bordo due ragazzi con due valige di cui una di grosse dimensioni particolarmente pesante. Così pesante che lo stesso tassista aveva invitato i due clienti a metterla nel bagagliaio. L’uomo non ha riconosciuto le foto di Abdelwahab e di Abdelghani ma l’individuazione del suo taxi è avvenuta in sede d’indagine con certezza e il testimone ha riconosciuto il punto in via Vado in cui ha recuperato i due, ovvero davanti a civico 40 dove vive Abdelwahab Ahmed.

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Redazione PL