Per il ghanese della stazione Termini niente “tentato omicidio”: nei guai il poliziotto

Per il Gip il ghanese è imputabile solo per porto abusivo d’arma e resistenza a pubblico ufficiale. Nessun pericolo, quindi…

Al ghanese clandestino che si aggirava con un grosso coltello in mano davanti alla stazione di Roma Termini e che voleva aggredire passanti e poliziotti, è stata tolta l’ipotesi di “tentato omicidio”. Nelle ultime ore il suo faldone si è allegerito, e di molto!. Dovrà rispondere solo di porto abusivo d’armi e di resistenza a pubblico ufficiale. Crimini minori, non ci vuole una laurea in Giurisprudenza per capirlo. È stato “graziato” dalla differenza di vedute fra gip e i pm del foro romano. Il Giudice per le indagini preliminari non ha condiviso la linea della Procura. Eppure c’è un filmato che immortala l’extracomunitario mentre saltella anche sulle macchine con un’arma bianca in mano, e non si ferma nemmeno quando i militari provano a colpirlo con un manganello. Basta guardare le immagini che ancora circolano in rete per capire che era una situazione di pericolo a tutti gli effetti.

ALLA FINE NEI GUAI C’È RINASTO SOLO IL POLIZIOTTO

Alleggerendosi la posizione del ghanese, si complica la posizione dell’agente che gli ha sparato. Perché il Gip che nega il tentato omicidio, in pratica è come se dicesse che non c’era nessun pericolo immanente. E questa circostanza sembrerebbe, quasi implicitamente, l’“eccesso colposo nell’uso delle armi” per il quale è indagato il poliziotto della Polfer, nonostante che i magistrati capitolini continuino a ripetere che l’accusa è un “atto dovuto”. Intanto il suo nome sta lì, in un fascicolo della Procura, sulle carte di un procedimento che chissà quando finirà.

CHI PAGHERÀ LE SPESE DEL PROCESSO?

Domenico Pianese, il presidente del sindacato di polizia Coisp, è realista, ed è preoccupato. Afferma che queste non sono situazioni che si decidono in un amen, e l’iter giudiziario sarà lungo lungo: «La magistratura – dice – farà il suo corso, ma il nostro collega, nel frattempo, vive nell’incertezza ed è questo il vero problema. Con uno stipendio di 1.500 euro si troverà a dover fronteggiare, qualora scatti il processo, un esborso significativo tra parcelle degli avvocati e periti di parte. Se si dovesse arrivare a quella fase, chi pagherà per gli esperti della balistica? Queste spese dovrebbe sobbarcarsele il ministero dell’Interno, lo chiediamo da tempo».