Esclusiva – Giallo di Caronia, il criminologo: “Viviana non si è suicidata”

Il criminologo della famiglia Mondello parla a Palermo riguardo le indagini sulla morte di Viviana Parisi e il figlio Gioele

Si continua ad indagare sul giallo della morte di Viviana Parisi e del figlio Gioele nelle campagne di Caronia, avvenuta lo scorso agosto. A fine novembre il marito e padre delle due vittime, Daniele Mondello, ha deciso di assumere un criminologo per fare luce su come siano davvero andate le cose. La decisione è stata presa dopo aver saputo che la Procura di Patti ha allungato le indagini per altri due mesi.

Il criminologo scelto dalla famiglia Mondello è Carmelo Lavorino, in un team composto dal Dott. Antonio Della Valle, il Dott. Enrico Delli Compagni ed il tecnico Petrone. “Noi ancora non abbiamo fatto nessun sopraluogo, ma abbiamo le autorizzazioni di accedere nelle scene del crimine. Stiamo facendo delle analisi su documenti che abbiamo e foto. Abbiamo anche l’accesso per visionare i corpi di Viviana e Gioele”. Dichiara Lavorino a PalermoLive.

DEPISTAGGIO

Il criminologo insieme al suo Team esclude che Viviana si possa essere tolta la vita e probabile invece che terzi abbiano posizionato il corpo in modo da depistare le indagini. “Abbiamo fatto delle valutazioni teoriche nostre. Non risulta nessun elemento che possa fare pensare che la signora si possa essere suicidata. Crediamo che ci sia stata l’azione di una o più persone contro la donna stessa. Probabile che siano state attivate delle gesta di depistaggio per fuorviare le indagini. Messa in posa composta. Sul traliccio nessuna traccia riconducibile a Viviana, quindi non possiamo ipotizzare che la signora si sia arrampicata. Il corpo era troppo distante dal traliccio, non coincide la linea di lancio e il punto d’impatto; una persona che precipita dall’alto non può assumere la posizione nella quale è stata trovata Viviana. Chi ha depistato le indagini ha commesso molti errori. Dobbiamo produrre una nostra relazione per indirizzare le indagini anche verso questa linea investigativa che riteniamo molto interessante”.

NESSUN OMICIDIO-SUICIDIO

Escludiamo in maniera categorica l’omicidio della madre nei confronti del figlio e poi il suicidio, nulla torna in queste ipotesi. Anche se sappiamo che la signora aveva problemi psicologici, dovuti all’insicurezza personale, del lavoro e della situazione relativa al Covid, nulla dice che una persona che possa avere un tipo di depressione debba per forza ammazzare il figlio. Questa è un’ipotesi molto cara a certi tipi inquirenti che non sanno che pesci prendere, mirando sulla soluzione più semplice. Mi risulta che gli inquirenti di Messina, i Pubblici Ministeri e la Polizia di Stato siano dei professionisti, molto analitici. Giustamente hanno preso in esame questa ipotesi, ma penso che la scarteranno.

Noi stiamo analizzando il tutto per capire come sono andate realmente le cose e collaborare per trovare le verità su questa tragedia. La valutazione della posizione del corpo di Viviana, lo stato delle sue ferite e dei resti del bambino ci fanno ritenere che non si tratti né di suicidio né di omicidio di della madre nei confronti del figlio. Aspettiamo di avere le autorizzazioni per accedere all’ospedale di Palermo e Messina dove si trovavano i due corpi. La richiesta è stata inoltrata alle autorità competenti”.

GIOELE VITTIMA DELLA FAUNA SELVATICA

Resta aperta l’ipotesi che il bambino possa essere stato vittima di aggressione da parte di animali, come confermato dallo stesso Lavorino. “Il corpicino di Gioele non è intatto, purtroppo molto frammentato. Noi riteniamo che ci siano state delle ‘attività della fauna selvatica o di qualche altro animale nei confronti di Gioele. Adesso, però, dobbiamo rispondere a dei quesiti dell’enigma: il posizionamento dei resti del bambino, del corpo di Viviana, quali sono i tragitti e le opportunità. Capire il perché i ritrovamenti di madre e figlio sono avvenuti dopo diverso tempo. Troppe domande sospese a mezz’aria.

PROSSIMI SVILUPPI

“Siamo una squadra ampia. Dopo il 7 gennaio vedremo di organizzarci perchè con questa emergenza sanitaria non è facile. Abbiamo tutte le autorizzazioni e abbiamo chiesto anche altro materiale da prendere in esame”. Conclude il criminologo Lavorino.