Giallo di Caronia: Suicidio? «C’era il terrazzo» perché fare tanta strada?

“Vogliamo denunciare l’amarezza per le pesanti indiscrezioni che stanno emergendo circa la vita privata e lo stato di salute di Viviana. La donna stava realmente vivendo un periodo di reale affaticamento, ma non è emerso, nessun elemento, neanche indiretto o latente, che possa far presupporre la sua intenzione di uccidere il figlio. Questa ipotesi dell’omicidio–suicidio appare forzata, non regge, la stessa tesi è supportata dall’avvocato Claudio Mondello”.

A mostrare la propria indignazione sono gli avvocati dei genitori di Viviana Parisi, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza. I legali e la famiglia delle due vittime non hanno gradito le informazioni private che sono uscite in questi giorni sullo stato di salute mentale in cui versava la giovane mamma, che avallano, di fatto, la tesi dell’omicidio-suicidio. Ipotesi molto diffusa anche nell’opinione pubblica e sui social.

Giallo di Caronia: fondamentale stabilire chi è morto prima tra Viviana e Gioele

Parole importanti soprattutto quelle dell’avvocato Nicodemo Gentile, che portano ad una riflessione: “Aveva a disposizione anche un terrazzo – ha detto il legale – non avrebbe preparato il sugo per il pranzo per figlio e marito, in assenza di relazioni e risultanze investigative in tal senso, sarebbe preferibile, stare in silenzio e mostrare il rispetto per le due morti”.

Perché per uccidere il figlio e suicidarsi Viviana avrebbe dovuto percorrere più di 100 chilometri? La soluzione al giallo di Caronia va cercata lì, in quel percorso “strano” che da Venetico porta a Sant’Agata di Militello e poi fra le campagne dell’autostrada. Dov’era diretta Viviana? La sua fuga fra rovi e cespugli da cosa o da chi è stata scatenata? Questa immane tragedia è solo frutto di confusione, depressione e panico o nasconde qualcosa di molto più grande?

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