Giallo horror: cadavere di donna fatto a pezzi trovato in quattro sacchi neri

I quattro sacchi neri con dentro il cadavere sono stati rinvenuti da un residente del luogo in una discarica lungo la strada. I resti prima conservati in una cella frigorifera

 

 

 

In località Paline a Borno, nel Bresciano, in un dirupo lungo la strada che collega la Valcamonica alla Val di Scalve, è stato ritrovato il cadavere di una donna senza nome, fatto a pezzi e diviso in quattro sacchi. All’Istituto di medicina legale del Civile di Brescia, dove sono in corso gli accertamenti sul cadavere sezionato e poi occultato in quattro sacchi di plastica nera, sono emersi dettagli sconvolgenti e particolari agghiaccianti. Il killer avrebbe tentato di fare scempio dei resti con il fuoco, incendiandolo carbonizzandolo. Non essendo riuscito nel suo intento, lo ha smembrato con un’accetta o una sega elettrica, e quindi diviso in quattro sacchi di plastica neri. Poi il cadavere sarebbe stato conservato per un certo tempo in una cella frigorifera. Sui resti ci sarebbero infatti segni di disgelamento.

FRA I RIFIUTI SI VEDEVA UNA MANO DEL CADAVERE

I sacchi di plastica sono stati poi gettati da una piazzola sterrata e isolata di una stradina di montagna che Borno e Dosso, dove inizia la provincia di Bergamo. Si tratta di una scarpata diventata nel tempo una piccola discarica a cielo aperto. A fare il macabro ritrovamento è stato uno dei settanta residenti della frazione Paline. Ha visto tra i rifiuti una mano con le unghia smaltate di rosso e ha chiamato subito i carabinieri. Si indaga per omicidio volontario, soppressione e occultamento di cadavere.  Considerando le condizioni dei resti,  sarà una indagine complicatissima. Non è chiaro quanti elementi utili alle indagini possano emergere dall’autopsia.

I sacchi con ogni probabilità erano stati lanciati nel dirupo di recente. Se fossero stati lì da più tempo il cadavere si sarebbe scongelato e decomposto in fretta. Inoltre gli animali selvatici avrebbero infierito sul corpo se fosse stato lì da più tempo. C’è un unica certezza: il killer conosceva bene la zona. Al momento si cerca di risalire all’identità della vittima, consultando le denunce di scomparsa presentate nelle ultime settimane in tutta la valle e nelle province di Brescia e Bergamo. La donna uccisa e fatta a pezzi non era del posto.

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