E Gianfranco Miccichè prese Giletti per i fondelli

Il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana ironizza sul conduttore che ha rivelato di essere stato sollecitato a candidarsi a sindaco di Palermo

Gianfranco Miccichè è unico. L’unico che all’esperienza già accumulata riesce ad accoppiare la capacità di fare notizia tipica di un’era in cui anche la politica si gioca sui social network. L’unico che rivolge l’occhio anche fuori dal Palazzo e che non teme di esporsi rispondendo alle provocazioni che lo stile attuale della comunicazione politica propone quotidianamente.

Ricordate lo stronzo detto a Salvini nel momento caldo degli sbarchi degli immigrati in Sicilia? Adesso è la volta di Massimo Giletti. L’episodio è a tutti noto, il popolare conduttore televisivo che ha Palermo spesso al centro dei suoi pensieri (una volta per via di una fidanzata e oggi per ragioni di audience), il cantore di quel rivoluzionario della politica siciliana (segue pernacchia) che è stato Saro da Gela, ha rivelato che gli avrebbero chiesto di candidarsi a sindaco di Palermo.

Pronta la replica di Miccichè. Non una bordata come nel caso di Salvini, ma una solenne perculata, che tanto basta. Sentitelo il presidente dell’Ars: “Massimo Giletti, saprai certamente con tutte le indagini che hai fatto che il sindaco di Palermo guadagna 3.800 euro netti al mese che giustamente consideri una cifra enorme. E allora, Giletti (con tanto di ashtag, ndr) visto che saresti così ben retribuito non posso credere che non rinunceresti a quel poco che guadagni in più per metterti a disposizione di una delle città che dici di amare più di tutte. Secondo me uno bravo come te potrebbe fare anche a meno degli assessori…… Ti prego, Giletti, vieni a candidarti a Palermo, mettici a disposizione la tua bravura e la tua genialità. Ti aspettiamo”. E considerata la considerazione che Giletti ha più volte dimostrato di avere per Miccichè, c’è da pensare che siamo soltanto al capitolo primo della querelle.