“Giocando in democrazia”, nella seconda Circoscrizione le scuole eleggono i baby sindaci

Un progetto finalizzato ad avvicinare i più giovani alla politica ma a fare anche il contrario: guardare il territorio con gli occhi di un bambino può essere uno spunto più che interessante per chi si appresta a governarlo

giocando in democrazia

Avvicinare la politica ai più piccoli ma anche imparare a guardare la città attraverso i loro occhi. È questo il senso e la finalità di “Giocando in democrazia”, progetto in corso di svolgimento in tutte le scuole elementari della seconda Circoscrizione di Palermo, che ha già portato all’elezione di tanti baby sindaci. Uno per ogni plesso, per l’esattezza, che da ora in poi inizieranno a confrontarsi sulle tematiche che riguardano il territorio e a farsi portatori di istanze, bisogni e osservazioni. 

L’iniziativa, promossa e coordinata da Teresa Leto, neo consigliere comunale di Fratelli d’Italia, è stata sposata a pieno dal presidente del Consiglio di quartiere Giuseppe Federico. A contribuire alla sua nascita sono stati, però, proprio i più piccoli e la loro reazione davanti alla restituzione di spazi cittadini alla piena fruibilità. “Un giorno stavamo riqualificando un’area, un parco giochi di fronte a una scuola elementare – racconta a Palermo Live Teresa Leto -. I bambini chiedono molto spesso di creare campi sportivi, aree verdi, spazi dove possano incontrarsi, aggregarsi e condividere dei bei momenti insieme. Quindi ci siamo chiesti perché non coinvolgerli anche nell’ambito delle elezioni democratiche in modo da guardare anche attraverso i loro occhi in che modo si potrebbe far funzionare quello che non c’è. Guardare ai loro bisogni e alle loro esigenze”.

giocando in democrazia

Un sindaco per ogni scuola

“Giocando in democrazia” si rivolge alle quinte classi delle scuole elementari della seconda Circoscrizione. Ogni quinta ha eletto democraticamente un rappresentante, a volte anche due, che poi è andato in sfida con quelli eletti dalle altre classi. I bambini hanno presentato un loro programma, qualcuno addirittura una lista civica. Lo hanno esposto davanti ai compagni di terza e di quarta, che alla fine hanno espresso la loro preferenza. Si è arrivati così all’elezione del sindaco del plesso.

L’election day è stato il 2 dicembre, ma prima di quella data un grande fermento ha dunque caratterizzato la vita scolastica. I candidati hanno tenuto i loro discorsi, presentato le proposte. Adesso si apprestano ad essere proclamati dal sindaco Roberto Lagalla, che donerà loro una fascia tricolore. Una volta al mese poi si riuniranno nell’assemblea dei sindaci, alla presenza del presidente della Circoscrizione, ed esporranno problemi, disservizi o iniziative. Ci si confronterà e si spiegherà loro l’iter da seguire. Le proposte migliori e più fattibili saranno poi trasformate in mozioni.

“Giocando in democrazia” e non solo…

L’obiettivo, dunque, non è solo quello di far entrare i piccoli alunni nel meccanismo delle elezioni. C’è anche quello di “responsabilizzarli e accompagnarli durante tutto il percorso – sottolinea Teresa Leto -. Il sindaco sarà in carica per un anno. Nella provincia questi progetti di baby sindaci sono avviati, qui a Palermo solo in alcune scuole. Noi abbiamo deciso di ampliare su tutta la Circoscrizione, anche perché ogni scuola ha esigenze diverse in base al territorio in cui si trova”.

A sottolineare questo aspetto è anche Giuseppe Federico. “Il fatto di eleggere i sindaci, uno per ogni scuola elementare, è proprio perché la Circoscrizione non è omogenea – spiega -. Brancaccio è diversa da Ciaculli, che a sua volta è diverso da Romagnolo. Loro vivono un territorio diverso e porteranno le loro istanze. Si terranno in considerazione naturalmente quelle più fattibili, perché poi ci andiamo a scontrare con la realtà”.

giocando in democrazia

“Il progetto nasce anche per avere la visione dagli occhi di un bambino, perché sicuramente una città a misura di bambino si vive meglio – aggiunge -. Noi adulti presi dalla frenesia dei temi più grandi magari non ci accorgiamo che una piccolezza può migliorare la vivibilità di un ragazzino”.

Ai bambini bisognerà tuttavia spiegare anche alcuni perché. “La cosa più bella sarà mettere i bambini di fronte alle aziende, agli assessori e a chi fa parte dell’amministrazione – prosegue Federico -. Loro chiederanno magari perché non funziona l’illuminazione, non viene raccolta la spazzatura o ripulita la costa sud. Secondo me, è un progetto che inizia così ma la fine neanche noi la conosciamo, perché questa scatola è talmente ampia da riempire che i contenuti possono essere tanti”.

Del resto, per quanto in grado di volare alto con la fantasia, i più piccoli a volte stupiscono proprio per la loro concretezza. “Ci siamo accorti che, alla fine, ciò che chiedono i bambini è semplicemente avere i propri diritti – rimarca Teresa Leto -. Il diritto al gioco, ad abitare in un luogo salubre, ad avere dei servizi. Questo è ciò che chiedono. Credo anche che questo sia una sorta di sensibilizzazione nei confronti delle comunità e delle istituzioni, soprattutto perché quando è un bambino a chiedere un servizio credo faccia più effetto ad un adulto”.

Foto da Teresa Leto

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