Giocattoli e rossetti beni di prima necessità: “Offeso chi subisce danni”
Confimprese non ci sta: polemiche sui beni essenziali per quella che in Sicilia viene da molti considerata come una “finta zona rossa”.
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confimprese polemica zona rossa
Fa discutere, anzi, desta polemiche ogni giorno più pepate la nuova ordinanza Regionale riguardo il contenimento del Covid-19 in Sicilia. Da una parte le scuole, sulle quali ieri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha provato a fare chiarezza, dall’altro il comparto economico. Quello che in questo momento sta vivendo una fase di assoluta emergenza e sul quale non si riesce ancora a trovare la giusta quadra. Lasciare aperti i negozi di giocattoli e cosmetici ad esempio, a fronte della chiusura di tanti altri esercizi non sembra essere stata una scelta condivisa. Come sottolinea, in una nota inviata al Presidente Musumeci, il Coordinatore Regionale di Confimprese Giovanni Felice.
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CONTRO L’INDIVIDUAZIONE DEI BENI DI PRIMA NECESSITA’
“I provvedimenti adottati hanno generato una confusione che genere l’impossibilità di effettuare controlli, e le misure di contrasto individuate non sono adeguate alla gravità della situazione. L’individuazione della zona rossa evidenzia una gravità nello sviluppo della pandemia, che mette a repentaglio la salute di migliaia di persone e la vita di centinaia di esse. A fronte, ed in contrasto con l’emergenza sanitaria, a fronte dei danni/sacrifici imposti alle aziende, si cade nel ridicolo nell’individuazione dei generi di prima necessità”.
ASSURDA LA DEROGA PER CHI DEVE COMPRARE UN ROSSETTO
Secondo Gentile, considerare generi di necessità i prodotti di cosmetica, i profumi e i giocattoli in un momento così grave è “un’offesa a chi soffre ed a chi subisce danni. Pensare che si possa derogare alle misure restrittive perché devi andare a comprare un rossetto francamente rappresenta un paradosso. Quindi ha fatto bene il Presidente ad eliminare “le visite agli amici”, ma non è sufficiente”.
UNA ZONA CHE METTE A REPENTAGLIO SALUTE ED ECONOMIA
Quella che viene considerata più come “una zona rosa che rossa”, per il Coordinatore di Confimprese potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Sia per la salute delle persone che per quella dell’economia della Regione. Arriva dunque la proposta di un tavolo di crisi permanente, per limitare al massimo i disagi delle aziende e delle partite IVA e per ragionare per il periodo post covid, per consentire alle aziende di sopravvivere.
ADEGUATI RISTORI
“Per consentire alla zona rossa di raggiungere il proprio obiettivo abbiamo proposto di sfoltire i generi di prima necessità. Inserire misure operative (ad esempio incontro per appuntamento) per le attività di servizio previste dall’allegato 24. Costituire nei Comuni capoluogo dei Centri anti-assembramento sul modello di quello realizzato a Roma e chiedere, come già la Regione ha fatto, al Governo nazionale adeguati “ristori” per le categorie danneggiate facendo riferimento ai fatturati e non ai codici ateco”.