Per la Premier, la prima tappa della giornata è presso la caserma Lungaro, per la cerimonia ufficiale blindata, in ricordo del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta uccisi nella strage del ’92.
Meloni: “Il 19 luglio 1992 è una ferita ancora aperta”
Dopo un saluto con il capo della polizia Vittorio Pisani, la Meloni ha incontrato Manfredi Borsellino, poliziotto e figlio del giudice Paolo. Ha quindi deposto una corona d’alloro per i caduti nelle stragi di mafia, fermandosi per un colloquio con i familiari. “La data del 19 luglio 1992 rappresenta una ferita ancora aperta per chi crede in un’Italia giusta” ha affermato il presidente del Consiglio.
“Oggi, a 31 anni di distanza da quel terribile attentato ricordiamo tutti quegli eroi che no ebbero paura di denunciare al mondo il vero volto della criminalità organizzata e che servirono lo Stato fino all’ultimo”.
L’omaggio a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Successivamente, si è recata nella chiesa di San Domenico per rendere omaggio alla tomba di Giovanni Falcone. Poi si è spostata al cimitero di Santa Maria di Gesù, per rendere omaggio alla tomba della famiglia Borsellino.
Comitato per l’ordine e la sicurezza
Intorno alle 10.00, la premier è arrivata in Prefettura a Palermo per presiedere il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per fare il punto sulle attività di contrasto alle criminalità organizzata che stanno portando avanti le istituzioni ad ogni livello.
La mancata presenza alla fiaccolata
Giorgia Meloni risponde alle polemiche sulla sua mancata presenza alla tradizionale fiaccolata di questa sera. “Non ci sarò per altri impegni concomitanti. Ho fatto soltanto la scelta più istituzionale. Io sono qui e lo sarò sempre”.
“Chi fa queste polemiche non aiuta le istituzioni – ha dichiarato -. Mi ha stupito quello che ho letto sui quotidiani: una polemica inventata sul fatto che avrei scelto di non partecipare alla manifestazione per paura di essere contestata. Chi mi può contestare? La mafia? La mafia può contestare un governo che ha fatto tutto quello che andava fatto sul contrasto alla criminalità organizzata. Ma io non sono mai scappata in tutta la mia vita. Io sono un persona che si permette sempre di camminare a testa alta. Sono qui oggi e sarò qui sempre per combattere la mafia”.
Foto a destra di Germana Canzoneri