Il neopresidente del Senato, Ignazio La Russa, a proposito della foto degli appunti di Silvio Berlusconi con le critiche a Giorgia Meloni, ha tentato di mettere una pezza. Ha detto: “Credo che il presidente Berlusconi dovrebbe dichiarare quello di cui io sono quasi certo, che è un fake. Però deve dichiararlo lui, non posso dirlo io”. Ma dal Cavaliere non è arrivata nessuna dichiarazione, e ciò conferma che quegli appunti “rubati” erano davvero suoi. Negli appunti, pubblicati dal sito de La Repubblica, si poteva chiaramente leggere “Giorgia Meloni supponente, prepotente, arrogante e offensiva”. C’era anche un “ridicola” cancellato ma visibile, oltre un “Non ha disponibilità ai cambiamenti, è una con cui non si può andare d’accordo”. Un foglio stranamente messo sul banco del leader di Forza Italia a favore di probabili fotografie.
Giorgia Meloni non ha gradito, ed nella serata d’ieri, uscendo dalla Camera, ad un giornalista che le chiedeva un commento, ha risposto: «Mi pare che tra quegli appunti mancasse un punto e cioè ‘non ricattabile”». Acuendo così la tensione con Forza Italia, già colpevole di non avere appoggiato in Senato la candidatura a presidente di Ignazio La Russa. La futura premier, in questa atmosfera di tensione, pare pronta a non fare sconti a Forza Italia, anche per gli apprezzamenti poco lusinghieri del Cavaliere. E parrebbe che dall’elenco dei ministri in pectore possano scomparire molti probabile candidati. Un autorevole esponente di Fratelli d’Italia in serata ha detto: “Mi pare evidente che chi non ha sostenuto il candidato della coalizione abbia oggi minori chance rispetto ad altri di entrare nella squadra”.
Insomma, Licia Ronzulli rischia di non essere l’unica esclusa eccellente da Meloni. Con lei potrebbero cadere anche l’ex capogruppo di Fi Anna Maria Bernini, che era destinata all’Istruzione e Maurizio Gasparri, destinato alla Pubblica amministrazione. Probabile taglio anche per Alberto Barachini, per cui si erano ipotizzati i Beni culturali. Si potrebbe salvare solo Maria Elisabetta Alberti Casellati, l’ex presidente del Senato, che, con Berlusconi, ha votato per La Russa. Comunque, per cercare di spegnere questo improvvisa fiammata che rischia di rendere più complicata la formazione del nuovo governo sono al lavoro i “pompieri”, Di sicuro c’è che Silvio Berlusconi al momento è all’angolo.