Giornata mondiale del bacio: tra curiosità e record, quelli che hanno fatto la storia
Il 13 aprile in alcuni Paesi del mondo, Italia inclusa, è la data della Giornata nazionale del bacio. Una ricorrenza che verte attorno ad uno dei gesti più iconici grazie alla potenza dell’arte, ma che nasconde anche tante curiosità e differenze antropologiche
Dalla letteratura, all’arte, passando per il cinema, il bacio è da sempre un gesto che cattura l’attenzione. Se oggi, poi, visitando i social, vi capiterà di vederne qualcuno in più del solito, non temete, è assolutamente normale. Cade infatti oggi, 13 aprile, la Giornata mondiale del bacio.
Un appuntamento che, nonostante alcune varianti, coinvolge diversi Paesi del mondo e deve le sue origini alla performance di una coppia thailandese. Il 13 aprile 1990 i due parteciparono, infatti, ad un “Kissathon“, ossia una gara di baci dalle regole abbastanza ferree. La vittoria sarebbe stata infatti assegnata solo a chi sarebbe riuscito a scambiarsi il bacio più lungo, senza mai separarsi dal partner. Necessità fisiologiche? I due sarebbero dovuti andare persino in bagno insieme, pena l’esclusione.
Il bacio dei due vincitori durò 46 ore, 24 minuti e 9 secondi. Non contenti, i due thailandesi hanno poi battuto il loro stesso record anni dopo: il 14 febbraio del 2013 il loro bacio è arrivato addirittura a 58 ore, 35 minuti e 58 secondi.
Il bacio, tra scienza e credenze
Frutto della passione, dell’amore, del desiderio, il bacio prevede anche lo scambio di circa 80 milioni di batteri. Coinvolge 34 muscoli facciali e 112 muscoli posturali. Diversi studi ne elencano i benefici: abbassa la pressione, rafforza il sistema immunitario, riduce lo stress e, secondo alcuni, anche le rughe.
Naturalmente, si tratta di un atto nel quale entrano in gioco credenze e aspetti culturali. In alcune zone del Sudan, ad esempio, la bocca è concepita come la finestra dell’anima: tramite un bacio quest’ultima potrebbe essere addirittura rubata. Pare inoltre che alcuni popoli tendano a scambiarsi baci più frequentemente di altri. Alcuni studi piazzano italiani e francesi tra i più affettuosi, con una media di sette baci al giorno, contro i quattro di tedeschi e svedesi.
Diversi usi anche per quanto riguarda i baci tra amici. Se in Italia c’è chi se ne scambia uno o due, a seconda dei casi, in alcune regioni della Francia si arriva addirittura a quattro. In Germania, in genere, c’è solo un timido accenno; in America il bacio sulla guancia è poco diffuso.
Baci celebri
Si dice che il primo amore non si scordi mai e con esso anche il primo bacio. Ci sono baci che tuttavia sono ormai incisi nella memoria collettiva, complice la potenza dell’arte nelle sue varie forme. Chi non conosce, ad esempio, il bacio “in potenza” di Amore e Psiche nella celebre scultura di Antonio Canova? Un abbraccio consegnato alla storia, un frammento che immortala giusto l’attimo prima del bacio tra le due figure del mito.
Suggestivo quello catturato da Francesco Hayez nel 1859, l’addio tra un uomo e una donna con un bacio scambiato nell’oscurità. Un tripudio di forme e colori quello di Gustav Klimt, realizzato nei primi anni del Novecento e divenuto uno dei più amati. Decorazione di capi di vestiario, borse o agende, è finito addirittura al centro di una hit estiva.
Come non menzionare, poi, il bacio tra il marinaio e l’infermiera, a Times Square, nel 1945, reso immortale da una foto diventata simbolo della guerra che finisce?
Dalla letteratura ci arriva forse la più famosa definizione del bacio. “Un apostrofo roseo fra le parole t’amo”, come disse il Cyrano di Edmond Rostand. Il cinema ne ha resi iconici diversi. Indimenticabile quello appassionato tra Rhett Butler e Rossella O’Hara (alias Clark Gable e Vivien Leigh) in “Via col vento”, che è solo uno degli innumerevoli esempi che potremmo riportare. “Titanic”, “Ghost”, “Pretty Woman”, “Moulin Rouge” sono alcuni dei tantissimi i titoli che con le loro storie d’amore hanno fatto sognare generazioni di romantici. Ricordarli ci fa venire in mente la celebre scena di “Nuovo cinema Paradiso”, in cui la raccolta dei baci censurati viene proiettata davanti ad un ormai adulto Totò, sulle note di Ennio Morricone.
E se il romanticismo forse non fa per tutti, dopo due anni di pandemia, che con una mascherina ha censurato tanti baci, ecco che l’originale ricorrenza può assumere un nuovo significato figlio proprio dei nostri giorni.