Giornata mondiale per la lotta ai DCA, la necessità di riconoscere il problema

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Oggi 15 marzo piazze e monumenti d’Italia si coloreranno di lilla in occasione della Giornata Mondiale contro i Disturbi alimentari (DCA)

Fiocchetto Lilla, il simbolo della lotta ai disturbi dell’alimentazione

Il fiocchetto lilla è diventato il simbolo della lotta ai DCA (disturbi del comportamento alimentare), una lotta che necessità di interventi immediati per numeri sempre più in crescita e preoccupanti.

Grazie alla collaborazione di Anci e NEVER GIVE UP onlus sono molti i comuni italiani che, illuminando piazze e monumenti di lilla, hanno deciso di aderire alla campagna di sensibilizzazione contro i disturbi dell’alimentazione.

Da anni ragazzi e ragazze che ne soffrono, soprattutto nel periodo adolescenziale, non ricevono alcun aiuto né dalle famiglie ne dal sistema sanitario.

Il fenomeno è stato messo in evidenza a seguito dell’emergenza sanitaria Covid – 19, l’isolamento forzato ha visto i numeri crescere in maniera esponenziale mettendo in luce un problema sociosanitario fino a quel momento ignorato.

I lunghi periodi di isolamento hanno condizionato la salute mentale di tutti, soprattutto di adolescenti e giovani adulti. Sono molteplici i fattori all’origine: dalla paura per quello che stava accadendo all’accesso continuo al cibo, dall’influenza dei media al brusco stravolgimento della propria quotidianità”, queste le parole della dottoressa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo.

La paura di farsi aiutare

Dietro a queste problematiche si celano anche notevoli pregiudizi, la sfera dei disturbi alimentari, quali anoressia e bulimia, non è riconosciuta dall’opinione pubblica come una vera e propria problematica. L’anoressia ad esempio per molti è tale solo si è molto magri, frasi come “Non puoi soffrire di anoressia perché non sei così magra” sono all’ordine del giorno. Questo genere di frasi generano nel soggetto una paura, un sentimento di angoscia e inadeguatezza, si genera il cosiddetto “sentirsi sbagliati” che porta l’individuo a non chiedere aiuto e a chiudersi in se stesso.

In realtà l’anoressia e la bulimia non hanno minimamente a che vedere con il magro e il sovrappeso ma hanno a che fare con un rapporto malsano con il cibo, ragazzi e ragazze che non escono con gli amici a cena perché hanno letteralmente paura del cibo, di come è cucinato, di quanti grassi e kcal ha e così via.

Chi è dentro i DCA sviluppa comportamenti ossessivo-compulsivi nei confronti del cibo, dal pesare qualsiasi alimento fino ad eliminarli altri, si arriva a dividere il cibo in due categorie nette, distinguendo cibi buoni da cibi cattivi.

I dati dei DCA degli ultimi anni

Gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità rivelano che, nel 2022, sono state circa 9.000 le persone a cui è stato diagnosticato almeno un disturbo alimentare. In Italia circa 1 adolescente su 3 presenta dei disordini alimentari, 1 su 5 a livello mondiale, a rivelarlo è la nota rivista scientifica Fama Pediatric.

Questi dati mettono in allarme e fanno riflettere sulla necessità di fornire ad adolescenti e giovani adulti il giusto supporto. I centri di supporto sanitario per i DCA, in Italia, sono molto pochi e non presenti in tutto il territorio nazionale, non riuscendo, di fatto, a soddisfare i bisogni di tutti i pazienti.

Questi dati, l’emergere della problematica, rivelano una realtà sempre esistita ma messa in secondo piano per degli stereotipi che stigmatizzano la nostra società. Solo negli ultimi anni, post pandemia, si è guardato con un occhio più attento alla salute mentale, andando a riconoscere tutta una serie di fattori da prima ignorati.

Giornate come queste servono per sensibilizzare, per aiutare e far capire che chiedere aiuto non è un errore ma è la cosa giusta da fare.

Fonte foto: Fashionnewsmagazine.it