Giulia Tramontano, per il gip nel delitto non c’è né crudeltà né premeditazione: ecco perché

Il gip riconosce solo le aggravanti del vincolo sentimentale e dei futili motivi, ma non la crudeltà e la premeditazione, contestate dai pm

giulia

Nel provvedimento con cui il gip Angela Minerva ha convalidato il fermo di Alessandro Impagnatiello, e ne ha disposto il carcere, non ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Il giudice ha parlato di “una assoluta incapacità di sopportare frustrazioni, unita a una capacità organizzativa e manipolativa”. Per il giudice “Giulia fa capire al fidanzato che la relazione è finita, la ragazza è un ostacolo, perché porta in grembo suo figlio”. Infatti ha scritto: “Dopo l’omicidio Impagniatiello va dall’amante e la rassicura sul fatto che adesso potranno vivere la loro relazione senza problemi perché Giulia non ce più».

Secondo il gip esiste il pericolo di reiterazione

Nell’ordinanza il giudice Angela Minerva si è soffermata sul pericolo di reiterazione, ed ha affermato che esiste “lo specifico e qualificato pericolo di reiterazione nei confronti della 23enne, con la quale l’indagato sperava, avendo “eliminato” il pericolo costituito da Giulia Tramontano, di proseguire la relazione e che invece, avendo scoperto la doppia relazione intrattenuta da Impagnatiello, lo aveva allontanato vanificando e quindi frustrando le sue aspettative”.
Il gip ha  riconosciuto  solo le aggravanti del vincolo sentimentale e dei futili motivi, che comunque basterebbero al 30enne per rischiare una condanna all’ergastolo. Ma non ha riconosciuto quelle della crudeltà e della premeditazione, contestate dai pm. Secondo il giudice, l’aggravante della crudeltà non c’è perché il delitto non sarebbe «caratterizzato da particolare pervicacia tenuto conto del tipo di arma utilizzata e del numero di colpi inferti”.

Per quanto riguarda la premeditazione tutto è legato alle ricerche che Impagnatiello ha effettuato su Internet poco prima del delitto, alle 19 di sabato: «Ceramica bruciata vasca da bagno». Giulia è morta tra le 19,30 e le 20,30/21 di sabato, e il corpo sarà effettivamente bruciato nella vasca. Ma per il giudice, come è sostenuto anche dal difensore dell’imputato, le ricerche avvengono a ridosso del delitto: “La giurisprudenza identifica i tratti distintivi della premeditazione nell’apprezzabile intervallo temporale tra l’insorgenza del proposito delittuoso e la sua attuazione tale da consentire una ponderata riflessione sulla decisione presa e sull’opportunità del recesso”.

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