Gli hacker dopo la Regione Lazio bloccano un ospedale: richiesto riscatto

Il messaggio degli hacker: “Puoi riavere i tuoi dati, ma attenzione! Ti consigliamo di contattarci direttamente per evitare di pagare in eccesso”

attacco

Un'immagine che simula e rappresenta la figura di un hacker impegnato in un attacco informatico. Gli Stati Uniti e i suoi più stretti alleati hanno accusatato formalmente la Cina di essere dietro a un'ondata di cyber attacchi senza precedenti che hanno colpito Microsoft e diverse aziende sparse per il mondo.ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Il sistema informatico dell’ospedaleSan Giovanni-Addolorata di Roma ha subìto un attacco hacker di tipo “ransomware”. I server aziendali da tre giorni sono praticamente in ostaggio, disattivati da lunedì scorso. Gli inquirenti stanno lavorando sul messaggio in inglese apparso sui monitor dell’azienda ospedaliera, con tanto di proposta per la trattativa sul riscatto: «Your files are encrypted. Moon. Don’t worry, you can return all your files. If you want to restore them, write to the mail …. If you have not answered by mail within 12 hours, write to us by another mail. Attention! We recommend tou contact us directly to avoid overpaying agents». Che tradotto suona così: «I tuoi file sono crittografati. Non preoccuparti, puoi riavere tutti i tuoi file. Se vuoi ripristinarli, scrivi alla mail …. Se non hai risposto per posta entro 12 ore, scrivici con un’altra mail. Attenzione! Ti consigliamo di contattarci direttamente per evitare di pagare in eccesso».

L’AZIENDA NON VUOLE PAGARE

Ma l’azienda ospedaliera, come già accaduto per la Regione nell’analogo attacco di fine luglio inflitto alla rete laziale (che risulta ancora incompleta nel ripristino di alcuni servizi, con i siti tuttora provvisori), non ha alcuna intenzione di trattare con gli hacker. Sulle uniche pagine internet rimaste online, ha scritto un messaggio che dice: «Ci scusiamo per il disagio. Stiamo lavorando per riattivare al più presto le linee telefoniche tradizionalmente dedicate», ed ha indicato dei nuovi numeri provvisori. Ed ha aggiunto: «Daremo comunicazione del graduale ripristino informatizzato delle attività». Ma la situazione è talmente disagiata che il Pronto Soccorso ha subito «allertato l’Ares 118 delle gravi difficoltà operative dell’ospedale», chiamandolo a «garantire l’indispensabile continuità assistenziale». Da tre giorni infatti, l’ospedale va avanti con l’ausilio delle sole procedure manuali, quasi come quando venne fondato, nel 1338.