Per i normies, ovvero i normali, è difficile capire le ragioni che spingano determinati soggetti ad entrare in un gruppo incel, ovvero in spazi in cui si perpetua l’odio per le donne. Vi dico subito che entrare nel loro “territorio” è quasi impossibile. Ho provato a registrarmi su gruppi o forum in varie piattaforme social, come Reddit, Facebook, SlutHate, con il mio vero profilo ma senza successo.
Troppo felice per essere accettato in posti come quelli. Creare un’utenza falsa, in cui ero un single, disoccupato, senza molto da dire è stata l’unica strada per farmi approvare l’iscrizione dopo aver modificato la mia foto con l’app Pivi e co per diventare B.V., che nel linguaggio incel significa “Brutto vero”. E questa volta ce l’ho fatta, sono riuscito a far parte di una comunità incel su facebook per uomini che odiano le donne. Dopo avermi dato il benvenuto, mi hanno fatto il terzo grado. Gli incel, infatti, sono molto sospettosi e non vogliono intromissioni di donne, che per loro sono le Np, le non persone, e di normies che susciterebbero invidia e sofferenza. All’interno delle loro comunità è possibile trovare Brutti veri e qualche CO, ovvero cesse obese.
Dopo aver superato il test e dopo aver fatto un rapido tour, ho subito pensato di essere finito in un covo di matti da legare, con complessi inauditi e un odio smisurato non solo verso le donne, ma verso tutto il genere umano. Un incel, che è l’acronimo di “involuntary celibate”, ossia “celibe non per scelta”, è fondamentalmente un uomo che il più delle volte ha dei difetti fisici notevoli, ma non sempre. Nella comunità in cui mi sono introdotto anonimamente, ho anche trovato dei normies che parlavano da bv. E mi sono convinto che il vero problema di molti di loro non è quello di essere brutti ma di non essere dei chad, che nel loro linguaggio fatto di sigle equivale a “fighi pazzeschi”. Non essere così li fa soffrire enormemente. Non si accettano per quello che sono, vorrebbero essere perfetti e avere accanto donne da urlo.
Altri ancora si sono fermati davanti a qualche rifiuto, non considerando che non sempre una donna dice no ad un uomo perché è brutto; a volte, banalmente, è per via di un approccio sbagliato. Non solo misoginia ma anche misantropia: in un post, una “cessa obesa” confidava alla comunità di aver avuto finalmente un approccio con un uomo. Vi lascio immaginare i commenti: un cumulo di cattiverie e di insulti; del tipo “meglio la morte”, “mandalo dall’oculista”, “meglio una pugnetta”, “sarà stato uno zerbino”, vale a dire un uomo che per una notte di sesso perde la propria dignità.
L’hate di questi uomini spesso nasce dal comportamento delle donne, ree di rifiutarli perché sono brutti, con pochi soldi, senza automobile. “Non persone” senza scrupoli che danno importanza solo all’LNS, ovvero al “look”, ai “money” e allo “status” sociale. Un odio talmente smisurato da giustificare perfino le violenze sessuali o il femminicidio, con commenti del tipo “se la sono cercata”. Basti pensare che terroristi come Elliot Rodger o Alek Minassian, che a causa della loro misoginia hanno causato stragi in Canada, in certi gruppi sono inneggiati a vere e proprie icone da ammirare e venerare.
Gli incel hanno una loro ideologia, che a prescindere dalla natura, se venga da un conflitto interno o da influenze esterne, andrebbe studiata e combattuta, poiché altamente pericolosa. L’obiettivo degli incel è di mortificare e annientare il genere femminile e deridere i normies, mediocri poiché normali: quasi sempre questi comportamenti restano relegati fra quattro mura, ma il pericolo di sconfinamenti e di emulare chi per loro stessa ammissione è considerato un eroe, non è per nulla remoto.
Storie di emarginazione, ma anche di autoemarginazione: uomini spesso soli e tristi, che hanno deciso che il modo migliore per giustificare il proprio fallimento è uno solo, quello di incolpare il genere femminile.
da Quntastories