Green Pass obbligatorio, Fiepet: “Nei locali incertezza e tavoli vuoti”

Quella di ieri è stata la prima giornata con l’obbligo di Green Pass, in Italia, per accedere ad alcuni servizi al chiuso. Non senza polemiche e, in alcuni casi, disservizi

Green pass

“L’avvio dell’obbligo di Green Pass si sta rivelando un disastro, tra malfunzionamenti dell’app deputata a scansionare il certificato, clienti che fanno resistenza e tavoli che in questa incertezza rimangono vuoti”. Così ha dichiarato Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet, l’associazione di bar e ristoranti di Confesercenti.

Il Green Pass è da ieri obbligatorio in Italia per accedere ad una serie di servizi e attività. Nella prima giornata tuttavia si sono registrate “reazioni scomposte – continua Banchieri -, che hanno messo in difficoltà i gestori, cui è stato affibbiato contro ogni logica il ruolo di agente di pubblica sicurezza”.

“Servono chiarimenti sulle modalità e sulle responsabilità”, ha concluso il presidente di Fiepet, chiedendo in questa prima fase una sospensione delle sanzioni, come accaduto in Francia.

Green Pass obbligatorio, le polemiche

Accanto a chi si è adeguato, per forze di causa maggiore, non sono mancati tuttavia coloro che hanno espresso il proprio dissenso più o meno apertamente.

Un bar di via Ammiraglio Rizzo a Palermo, ad esempio, ha esposto un eloquente cartello: “In questo esercizio possono entrare: bianchi, gialli, neri, omosessuali, marziani, animali, vaccinati e non, senza nessuna distinzione. Per noi i nostri affezionati clienti sono tutti uguali”.

 A fargli eco il titolare di una palestra di Borgetto. “Qui non chiediamo il green pass per entrare. Ce l’hai? Bene. Non ce l’hai? Va bene ugualmente. Noi vogliamo fare solo il nostro lavoro che non è quello di fare i controllori”. Così recita un cartello esposto all’ingresso.