Grembiule: sì o no? In una scuola di Palermo le bimbe e i bimbi vanno al referendum

In una scuola elementare di Palermo la preside annuncia che ci sarà un referendum in cui i giovani studenti decideranno se continuare o meno a indossare il grembiule. L’iniziativa parte da una lettera, che due classi quarte hanno inoltrato alla dirigente Lucia Sorce, in cui chiedevano di poter smettere di indossare il grembiule perché scomodo. Sorce, presiede dell’istituto comprensivo Rita Borsellino da 18 anni, ha ritenuto la proposta e le sue motivazioni legittime, ma per cambiare il regolamento della scuola secondo lei sarebbe stato opportuno coinvolgere tutti gli alunni e le alunne della scuola.

In totale, nella scuola Borsellino, sono iscritti 400 studenti circa. La preside ha così proposto un referendum con urne e scrutatori, per quello che ha presentato come un modo di “educare i bambini alla democrazia partecipata“. In merito a questo referendum, come ha raccontato al sito Asknews, la pedagogista e formatrice Antonella Gorrino ha un pensiero opposto: “Questo referendum rischia di trasformarsi in una scelta basata su gusti personali, senza una reale riflessione sul significato della divisa. Si dà ai bambini l’illusione di scegliere su un tema che non possono ancora comprendere appieno”.

 “I bambini hanno previsto due tipi di schede, una soltanto con le figure per agevolare i più piccoli. Sono entusiasti e davvero motivati. Stanno lavorando sodo per arrivare al giorno del voto. Faranno tutto loro”, raccontano a Repubblica gli insegnanti e la preside della scuola che si trova a piazza Magione. Nella lettera inviata alla preside, i bambini proponevano anche una soluzione: “Potremmo usare i grembiuli nei momenti più essenziali: a mensa, quando curiamo l’orto, quando facciamo lezioni di arte o quando usciamo dalla scuola per essere riconoscibili”.