“Ho comprato una casa con 1€”, non è uno scherzo: questa iniziativa mette un tetto sulla testa a tutti | Terremoto mercato immobiliare
Un’occasione da non perdere, adesso l’acquisto di un immobile è possibile per tutti, la regalano a un prezzo simbolico
Tutti possono comprare casa, ormai i piccoli Comuni te la regalano. Negli ultimi anni, sempre più Comuni italiani hanno aderito all’iniziativa delle case a 1 euro, un progetto nato per contrastare il progressivo spopolamento di piccoli borghi storici. L’idea è semplice: i proprietari cedono gratuitamente gli immobili al Comune, che a sua volta li rivende al prezzo simbolico di un solo euro. In cambio, gli acquirenti si impegnano a ristrutturare la casa, contribuendo così al recupero del patrimonio immobiliare e alla rivitalizzazione del territorio.
Chi desidera acquistare una casa a 1 euro deve contattare direttamente il Comune di riferimento e seguire le procedure richieste. L’acquisto non si limita al semplice pagamento simbolico, ma prevede una serie di obblighi da rispettare, tra cui la ristrutturazione dell’immobile entro un certo periodo di tempo e il rispetto delle scadenze per l’inizio dei lavori. Ogni Comune può stabilire condizioni specifiche, quindi è fondamentale informarsi dettagliatamente prima di presentare la candidatura.
Sebbene l’acquisto avvenga al prezzo simbolico di 1 euro, chi aderisce al progetto deve affrontare diverse spese. In particolare: La ristrutturazione deve essere completata entro un anno, con un investimento che può variare tra 20.000 e 25.000 euro. Bisogna sostenere i costi notarili, inclusi la registrazione e l’accatastamento dell’immobile. I lavori devono iniziare entro due mesi dall’ottenimento dei permessi. È necessario versare una polizza fideiussoria di 5.000 euro a garanzia dell’impegno nei confronti del Comune.
L’opportunità di acquistare una casa a 1 euro è aperta sia a cittadini italiani che stranieri, senza restrizioni di reddito o patrimonio. Anche le imprese possono partecipare al progetto, soprattutto se presentano piani per lo sviluppo di strutture turistiche o ricettive. Tuttavia, è essenziale rispettare le tempistiche per la ristrutturazione, pena la perdita dell’opportunità.
I punti deboli dell’iniziativa
Nonostante l’apparente convenienza, il progetto presenta alcuni svantaggi. Le case si trovano in zone remote, spesso lontane dai principali centri abitati e servizi essenziali. Inoltre, chi vive in città potrebbe avere difficoltà nella gestione della ristrutturazione a distanza, dovendo coordinare operai e tecnici senza essere fisicamente presente sul posto. Anche le condizioni degli immobili possono rappresentare una sfida, richiedendo interventi di ristrutturazione più complessi e costosi del previsto.
L’iniziativa è partita nel 2008 a Salemi, in Sicilia, e si è poi estesa a numerosi borghi in tutta Italia. Attualmente, le case a 1 euro si trovano in 13 Regioni, tra cui Piemonte, Liguria, Abruzzo, Toscana, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. L’elenco è in costante aggiornamento e consultabile attraverso i siti ufficiali dei Comuni aderenti o su piattaforme dedicate al progetto.
I vantaggi per i piccoli borghi
Questa iniziativa non solo permette ai privati di acquistare un immobile a un costo ridotto, ma offre anche un’opportunità di rilancio economico e sociale per i piccoli borghi. Nuovi residenti significano più attività commerciali, turismo e una maggiore attenzione al recupero del patrimonio architettonico locale. Molti Comuni vedono in questa soluzione un’opportunità per invertire il fenomeno dello spopolamento.
L’acquisto di una casa a 1 euro può essere un ottimo affare per chi è disposto a investire nella ristrutturazione e vuole contribuire al recupero di borghi storici. Tuttavia, è importante valutare attentamente costi, tempi e difficoltà logistiche, soprattutto se si intende utilizzare l’immobile come abitazione principale o struttura ricettiva. Informarsi in anticipo e pianificare il progetto con attenzione è essenziale per trasformare questa opportunità in un investimento di successo.