Dalla notte tra sabato 5 e domenica 6 novembre è ferma al molo Levante del porto di Catania la nave Humanity 1, dopo i controlli voluti dal governo Meloni. Delle 179 persone che si trovavano a bordo, 144 sono state fatte sbarcare nella notte, di cui 102 minori. A bordo sono rimasti 35 naufraghi. Non sono stati fatti scendere a terra poiché “sono tutti uomini adulti, senza problemi medici ─ come ha detto la Ong ─ ritenuti “non fragili” da un decreto interministeriale firmato dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini”. Nella nota non è citato il ministro della Difesa Crosetto, anche lui firmatario del decreto che vieta di fatto alla nave tedesca Humanity 1 di rimanere nelle acque territoriali italiane per un periodo più lungo del «necessario». Cioè quello indispensabile per soccorrere le persone fragili, le donne e i minori, che saranno ospitati in una struttura allestita dalla Protezione civile. Dopodiché la nave dell’Ong dovrà riprendere il largo. Con le 35 persone rimaste a bordo.
Il comandante della Humanity 1, però, si rifiuta di ripartire, appellandosi al diritto internazionale. Per questo sui canali social la Ong ha annunciato che oggi, lunedì 7 novembre, presenterà ricorso al Tar del Lazio. “Lunedì SOS Humanity intraprende un’azione legale contro il decreto del governo italiano e la prevenzione dello sbarco di 35 soccorsi dalla Humanity1! Le azioni dell’Italia violano il diritto europeo e la Convenzione di Ginevra sui rifugiati”, è scritto nella nota resa pubbliica. Si ripropone quindi il braccio di ferro tra le ong e il Viminale, già visto durante il primo governo Conte. (Foto frame Tg5)