I disperati di Mariupol: dopo le ultime bombe 600 feriti nell’acciaieria

Dopo l’ultimo attacco, nell’ospedale dell’acciaieria Azovstal di Mariupol i feriti sono aumentati da 170 a 600. E stanno per finire cibo, acqua e medicine

Nell’aggressione della Russia all’Ucraina, la situazione di Mariupol è quella più drammatica. Questa città, situata nel sud est, si trova sotto l’assedio dell’esercito di Mosca da inizio marzo. Una condizione disperata che si è ancora di più aggravata nel corso delle ultime settimane. Cioè da quando la Russia, dopo aver fallito nel tentativo di prendere Kiev, ha riorganizzato le proprie forze ed ha lanciato un’offensiva nella parte sud orientale del paese. Nella città assediata, quasi totalmente distrutta, la preoccupazione è soprattutto la questione umanitaria.

A partire dalle persone, militari e civili, che ancora sono asserragliate nell’acciaieria Azovstal. Ieri era in programma un’operazione per far uscire i civili ed i feriti che da settimane sono nascosti nei sotterranei dall’enorme complesso. A sera però le speranze sono andate scemando. Non è iniziata nessuna operazione, e civili, feriti e militari restano asserragliati nel complesso industriale, con pochissimo cibo, poca acqua e scarse medicine.

DOPO L’ULTIMO ATTACCO ALL’ACCIAIERIA DI MARIUPOL, 600 I FERITI

Nell’ultimo attacco aereo sull’acciaieria, almeno un combattente ucraino è rimasto ucciso.  E un centinaio di soldati  curati nell’ospedale allestito dentro il rifugio sotterraneo hanno riportato nuove ferite e commozioni cerebrali. «Oltre 600 feriti sono ancora nell’ospedale da campo dello stabilimento di Azovstal», ha reso noto il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. Ed ha accusato i russi di continuare a usare armi pesanti contro l’acciaieria. «Prima dell’ultimo bombardamento nell’ospedale il numero dei feriti era di 170, ora sono oltre 600», ha detto il primo cittadino.

CHIESTA L’EVACUAZIONE DI CIVILE E FERITI

Il comandante del battaglione Azov, Sviatoslav Palamar, parlando con la Cnn ha ribadito che i soldati non si arrenderanno. Ma ha chiesto che i civili e i feriti che si trovano all’interno dell’enorme impianto siderurgico vengano messi in salvo. «Abbiamo chiesto l’evacuazione dei civili – ha detto – sin da marzo stiamo parlando con tutto il mondo per ottenere che politici internazionali o organizzazioni garantiscano una evacuazione sicura dei civili e dei feriti. Quindi se mi chiedete se siamo pronti a far andare via i civili, rispondo che non solo siamo pronti ma abbiamo chiesto che i civili vengano salvati prima di tutto». (Foto Chad Nagle – creative commons 2.0)