Durante l’interrogatorio di garanzia che viene effettuato per tutelare il diritto di difesa dell’indagato, e per stabilire quali misure cautelari da adottare, Fabrizio Spedale e Salvo Graziano, i due vice sovrintendenti di polizia in carcere per corruzione, peculato e falso, per la sparizione della droga sequestrata e per gli affari con il pusher, davanti al gip hanno taciuto. Invece lo spacciatore ha parlato ed ha confermato il quadro delle accuse che hanno fatto scattare mercoledì le tre ordinanze di custodia cautelare. I due poliziotti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Pesanti le accuse dell’inchiesta diretta dal procuratore Maurizio de Lucia con l’aggiunto Paolo Guido. Davanti al gip e al pm, il pusher Ignazio Carollo ha risposto invece alle contestazioni, ammettendo la gran parte delle accuse. Carollo avrebbe quindi confermato i suoi rapporti con Spedale. Mentre a proposito del secondo poliziotto, Graziano, si sarebbe limitato a dire che lo conosceva. L’indagine della Procura ha svelato che c’erano partite di droga che nelle relazioni di servizio da chili diventavano grammi, e che il restante stupefacente veniva venduto al pusher che girava parte dei soldi incassati. C’erano anche incursioni nel deposito della Squadra mobile per fare sparire i carichi di stupefacenti sequestrati. Per l’accusa, sarebbero stati pagati compensi anche in cambio di rivelazioni sulle indagini in corso.
Agli atti dell’indagine c’è pure il capitolo dedicato al falso verbale di distruzione di 11,6 chili di stupefacente di cui si sarebbero resi responsabili Spedale e Graziano. Un altro episodio, questo, che si aggiunge a quello della sparizione di 130 panetti che pesavano 100 grammi. I due poliziotti in questo secondo caso, avrebbero sottratto la droga per poi consegnarla a Carollo in vista della successiva spartizione dei guadagni.
Nell’articolo del Giornale di Sicilia che parla di questo argomento, è riportata anche una dichiarazione di Giovanni Assenzio, segretario provinciale Uil polizia. «La Squadra mobile di Palermo ha una storia gloriosa, e non può essere infangata – dice –.Abbiamo letto le accuse mosse ai due colleghi nell’inchiesta che ha portato al loro arresto. Ma si tratta di due agenti su tantissimi altri poliziotti che svolgono il loro lavoro con coraggio e correttezza. Leggere alcune intercettazioni, non riportate in modo corretto, fa male per tutto quello che ha rappresentato la Squadra mobile della questura di Palermo e il tanto lavoro in questa città. Per i tanti agenti e funzionari che hanno lavorato senza risparmiarsi per la giustizia e la legalità».
Poliziotti corrotti a Palermo, le intercettazioni: “Non telefonare, scaricati Telegram”